Home Politica scolastica Piano formazione: si attendono chiarimenti dal Miur

Piano formazione: si attendono chiarimenti dal Miur

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Reti di scuole e ruolo delle scuole polo sono questioni problematiche del Piano nazionale di formazione.

Dell’argomento si è discusso nei giorni scorsi, ma senza nessun esito concreto, in un incontro fra sindacati e tecnici del Ministero.
I sindacati – come sintetizza la Flc-Cgil in un proprio resoconto – hanno ribadito la loro posizione sugli aspetti salienti del Pano.
Intanto, secondo le organizzazioni sindacali le scuole non avrebbero nessun obbligo di aderire alle reti, pena una grave lesione della loro autonomia.
Inoltre è stato ribadito che la formazione del personale va assicurata a tutti i docenti e ata a prescindere dall’adesione della propria scuola alla rete di scopo o di ambito. Si tratta di un punto nodale perchè per il momento gli uffici regionali hanno dato indicazioni diverse: lo stanziamento, in quasi tutte le regioni, è stato assegnato alle scuole polo che dovranno gestire in prima persona il piano di attività per tutto il territorio, con le difficoltà organizzative facilmente prevedibili.
I sindacati chiedono anche che le risorse e il personale utilizzati per le attività delle reti siano sottoposte a contrattazione (territoriale se il personale utilizzato proviene da più scuole, di istituto se il personale utilizzato proviene da un solo istituto); analogamente dovrebbe accadere per i compensi previsti per il personale impegnato nella formazione (docenti, direttori di corso, coordinatori, tutor e così via) che sono sempre fermi ad un vecchio decreto interministeriale del 1995.
I dirigenti del Miur presenti all’incontro si sono impegnati a fornire i chiarimenti del caso che rischiano però di arrivare a cose fatte.
Nella maggior parte delle regioni, infatti, le attività stanno prendendo avvio, seppure fra molte difficoltà. La principale, secondo le notizie che ci arrivano anche dai nostri  lettori, riguarda il problema dei formatori: in molti casi le scuole polo hanno dato vita a veri e propri “bandi di concorso” che però stanno andando pressoché deserti.