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Piero Angela sulla scuola: si insegnino le regole della scienza, non solo materie che guardano al passato

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Puntare sulla scuola, ma non solo, per essere davvero competitivi con gli altri Paesi, è quanto sostiene Piero Angela, noto e apprezzato divulgatore scientifico. La “macchina della ricchezza è costituita da energia, innovazione e scuola,” per il giornalista e conduttore. Una sfida da cogliere senza esitazione “se vogliamo che il Paese abbia quel benessere cui tutti ambiscono.”

E ancora: “Occorre potenziare l’università e la ricerca.” Sono i suggerimenti che Piero Angela offre all’ex presidente della Bce Mario Draghi e al nuovo Ministro Patrizio Bianchi, sottolineando la necessità di proiettare l’Italia nel futuro valorizzando in particolare la ricerca scientifica.

Ma la scuola venga affiancata da un’efficiente macchina della ricchezza, che consta di altri due elementi, oltre all’istruzione: la tecno-energia, cioè l’energia della tecnologia, e l’innovazione. Insomma, la cultura del passato è fantastica perché abbiamo un patrimonio unico, ma poi viviamo nel presente e proiettati nel futuro, ci spiega il divulgatore scientifico.

Cosa insegnare a scuola?

I paesi che se la cavano meglio sono quelli che spendono di più in ricerca, innovazione e scuola, ovvero nella macchina che porta alla ricchezza. Quindi noi dobbiamo fare questo enorme sforzo. “Non ho ancora sentito parlare molto di aiuto alla ricerca: la scuola è importante. Ma – si chiede Piero Angela – per insegnare che cosa? Noi abbiamo una scuola che guarda al passato“.

Angela considera che “se si osservano le materie insegnate nella scuola, c’è tutta roba del passato: storia, storia della filosofia, storia dell’arte, latino, greco, letteratura. Tutta roba del passato. Poi si insegnano le materie scientifiche, matematica, chimica, fisica ma non si insegnano le regole della scienza, il suo metodo, la sua pervasività, il suo ruolo, distinguendo tra scienza e tecnologia, cose profondamente diverse”.

Secondo Piero Angela, “la tecnologia e l’energia hanno cambiato il modo di produrre: dall’analfabetismo di massa si è passati alla scuola di massa e all’università di massa”. La macchina della povertà, viceversa, è formata “dalla cultura del passato e dalla poca ricerca scientifica e porta con sé poca capacità competitiva”.

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