Home I lettori ci scrivono Posizioni economiche Ata: la farsa infinita

Posizioni economiche Ata: la farsa infinita

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Continua la diatriba, che si trascina da anni ormai, tra il Miur da una parte e il personale Ata con i Sindacati Scuola dall’altra,tra continui colpi di scena per il modo schizofrenico con cui il Miur ha gestito la questione del pagamento delle cosiddette posizioni economiche (stipendio accessorio) del personale non docente della scuola: gli Ata.

Sembrava che si fosse ormai prossimi alla soluzione del problema nello scorso mese di ottobre, quando dovevano essere ripristinate le posizioni economiche, sospese da febbraio 2014, ma purtroppo non è stato così per tutti.

Durante questi ultimi mesi dopo vari incontri con i sindacati, in un recentissimo comunicato del 21 gennaio u.s. si legge, tra l’altro, che il Miur starebbe applicando per il suddetto pagamento una logica del tipo “Chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato ha dato”, in un altro, addirittura che non ci sarebbero soldi per pagare le residuali 5.200 posizioni economiche rimasta a tutt’oggi non retribuite. Oppure che “qualora si dovesse invece procedere al riconoscimento del beneficio nei confronti del personale non ancora acquisito a sistema, ritiene sempre il Mef, vi sarebbe una scopertura finanziaria fino al 40% degli oneri contrattuali”.

Oggi 23 gennaio il Miur scrive ai propri Uffici periferici per richiedere gli elenchi degli aventi diritto,dopo averne già disposto, con il Ccnl 7 agosto 2014, il pagamento agli stessi aventi diritto, salvo poi bloccarlo con successiva nota del 3 novembre 2014.

A questo punto rimango basita e mi chiedo se è ammissibile in uno Stato di Diritto assistere ad una sorta di gioco dell’oca che si consuma sulla pelle dei lavoratori Ata, che dopo aver regolarmente espletato tali prestazioni aggiuntive al momento di essere pagati vedono il compenso sfuggir loro di mano e tornare velocemente indietro al punto di partenza.

A questo punto,com’è possibile conciliare questa assurda vicenda con la tanto decantata Buona Scuola?

Forse è più logico ricondurla alle opere di Kafka di Ionesco o magari ad una sceneggiata di Totò!