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Pre-pensionamenti, l’emendamento alla prova delle Commissioni

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Partirà martedì 20 ottobre l’esame, presso le Commissioni di competenza, dell’emendamento alla Finanziaria presentato dal senatore Giuseppe Valditara (Pdl) per evitare che anche nel prossimo anno scolastico 20.000 docenti precari con una lunga militanza nella scuola rimangano privi di contratto. In questi giorni è stato anche reso noto il testo che verrà esaminato dai parlamentari: “al personale docente delle scuole statali, collocato nell’ultima fascia stipendiale, che entro il 31 gennaio 2010, con decorrenza dal successivo primo settembre 2010, rassegni le dimissioni volontarie dall’impiego, è concesso un accredito contributivo figurativo di due anni, utile anche ai fini del raggiungimento del requisito minimo per ottenere il trattamento di pensione di anzianità. Nel caso in cui il docente fosse già in possesso dei requisiti minimi previsti, l’anzianità contributiva posseduta, viene incrementata di un anno per coloro che presenteranno le dimissioni entro la predetta data”.
L’emendamento sinora ha ricevuto il sostegno politico, anche da esponenti della maggioranza, e dai sindacati, in particolare dalla  Gilda. Resta da capire, però, se la sua attuazione possa essere avallata dal Mef: la sua adozione potrebbe in qualche modo vanificare li effetti benefici, per le casse dello Stato, dei tagli agli orgnici. Ma il pericolo maggiore è che il prepensionamento biennale, possa poi non contare sull’ok da parte della previdenza.
Tuttavia la sua approvazione potrebbe essere in qualche modo “spinta” dalla maggioranza per evitare ulteriori contraccolpi a livello di consenso popolare: la razionalizzazione delle spese scolastiche ha creato un sempre maggiore dissenso verso quello che, senza demagogia, può sicuramente considerarsi il più grande licenziamento di massa e ridimensionamento della scuola pubblica che si ricordi nella storia della Repubblica. Il “paracadute” di Valditara può quindi tornare di estrema utilità per recuperare credito.
Ma qualora il testo diventasse legge che ne beneficerebbe? Si tratta di docenti attorno ai sessant’anni e vicini ai 35-36 anni di contributi: personale che grazie allo ‘scivolo’ potrebbe rientrare (tra età anagrafica e contributi) nella fatidica quota 95 (raggiungibile comunque solo da chi avrà compiuto almeno 59 anni di età). E’ quindi fortemente probabile che chi potrà non si farà sfuggire l’occasione. Anche perché dall’anno successivo, e fino al 2012, ai lavoratori dipendenti verrà chiesta un’età anagrafica non inferiore a 60 anni ed entrerà in vigore quota 96.
L’alto numero di potenziali pensionati, da aggiungere a quelli che lascerebbero comunque il servizio perché sicuramente in possesso dei requisiti (quest’anno erano oltre 30.000) senza usufruire dell’abbuono ideato da Valditara, potrebbe quindi rivelarsi addirittura superiore a quello dei docenti che in questo anno scolastico beneficeranno degli ammortizzatori sociali, i cosiddetti contratti di disponibilità (circa 18.000 precari). Difficile comunque fare previsioni sul suo esito. Nei giorni scorsi ci aveva provato, forse esagerando, la sezione Snals di Ancona che aveva pubblicato una notizia nelle quale si riportava che “purtroppo, nonostante l’impegno del sindacato, l’emendamento alla legge Finanziaria è stato stralciato”: quindi la bocciatura dell’emendamento sarebbe avvenuta ancora prima dell’arrivo in Commissione.
Dall’opposizione, intanto, giungono pressioni verso il responsabile del ministero dell’Economia. Soprattutto dopo che il ministro Giulio Tremonti ha speso, sorprendendo tutti, parole a favore del posto fisso. Un obiettivo considerato come un “valore” culturale alla base delle società europee, pilastro che ha consentito la realizzazione di un sistema di welfare che garantisce scuola, sanità e pensioni.Certamente – ha detto il responsabile del Mef – se dovessi dire se è meglio il posto di lavoro fisso o il posto di lavoro mobile dico che è meglio il posto fisso. Io non credo che la mobilità sia di per sè un valore per una struttura come la nostra“. Citando più volte l’enciclica ‘Caritas in veritate’ di papa Ratzinger, Tremonti ha sottolineato che con il posto fisso è possibile impostare vita, lavoro e famiglia; la stabilità, quindi, “come base per la stabilità sociale“. Immediata la replica di Cesare Damiano, responsabile Lavoro del Partito Democratico, secondo il quale “se Tremonti vuol tonare al posto fisso cominci ad assicurare un lavoro stabile ai precari della scuola e della pubblica amministrazione“.
Intanto per sabato 7 novembre la Flc-Cgil ha annunciato che riempirà 100 piazze italiane in difesa della conoscenza, del sapere e dell’arte: l’iniziativa intende mettere i giovani al centro di un progetto di investimento “attraverso politiche pubbliche in grado di accrescere l’istruzione di qualità per tutti come risposta efficace alla crescente precarietà della vita e del lavoro“.