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Precari e stabilizzazione: il nodo del risarcimento del danno

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La sentenza della Corte di Giustizia UE sulla causa “Rossato”, ovvero sulla richiesta di risarcimenti per la reiterazione dei contratti nella scuola italiana e la loro trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato, ha creato diverse interpretazioni su una vicenda molto ingarbugliata.

Il punto di scontro è: oltre alla stabilizzazione, i precari possono chiedere anche un ulteriore risarcimento danni relativo ai contratti reiterati? 

Secondo lo Snadir, non ci sarebbero dubbi: “va innanzitutto detto che, nel caso di specie, si tratta di richiesta risarcitoria aggiuntiva alla stabilizzazione che il ricorrente Rossato aveva, comunque, ottenuto per scorrimento di graduatoria in data 2.09.2015″, si legge sul sito del sindacato Snadir. Già tale premessa consentirebbe di chiudere il discorso, che, per mero dovere di chiarezza, evidenzierà i principi di diritto che la sentenza “Rossato” ribadisce rispetto alla inadeguata soluzione del risarcimento del danno rispetto la richiesta stabilizzazione”.

“In effetti, la Corte di Giustizia nella sentenza Rossato, si è concentrata nel dare centralità ed esclusività all’assunzione stabile, come unica modalità di risarcimento della violazione della clausola 5, precisando che non vi possa essere una sanzione “aggiuntiva” relativamente alla reiterazione dei contratti a termine del periodo di precariato” prosegue il sindacato afferente alla FGU Unams, che continua a spiegare: “in conseguenza, unica sanzione obbligatoria garantita dalla clausola 5, punti 1 e 2, è il diritto alla stabilità lavorativa e non possono essere imposte altre sanzioni in cumulo con quella “comunitaria”, neanche il versamento di danni punitivi, dal momento che il principio del risarcimento integrale del danno subito e il principio di proporzionalità impongono agli Stati membri di prevedere un’adeguata riparazione, ossia la stabilizzazione del posto di lavoro che deve andare oltre il risarcimento puramente simbolico (sentenza Rossato, punto 43″).

La conclusione, secondo lo Snadir, è che la Corte di Giustizia Europea, nel negare un risarcimento del danno che possa cumularsi alla sanzione della stabilizzazione, ha però ribadito che il legislatore nazionale – al fine di prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a contratti di lavoro a tempo determinato – deve adottare un piano straordinario di assunzioni che preveda la trasformazione di tutti i rapporti di lavoro a tempo determinato con docenti precari, attraverso il progressivo e definitivo esaurimento delle graduatorie e degli elenchi dai quali l’amministrazione attinge per l’assunzione di docenti a tempo determinato”.

“Pertanto, la sentenza in questione, nel solco della sentenza Sciotto della CGUE ma anche della menzionata sentenza della Consulta nr.187/2016, adotta quale unico rimedio possibile la stabilizzazione dei precari questione che, “more solito”, è affidata ai Giudici nazionali che dovranno assumersi la responsabilità dell’applicazione verticale delle norme di tutela europee a riguardo”, conclude il sindacato guidato da Orazio Ruscica.