I lettori ci scrivono

Precari storici vs Diplomati magistrali

Anche i precari storici a pieno titolo presenti nelle GAE sono in attesa della Plenaria, che finalmente metterà un punto fermo al caos che si è venuto a creare nelle scuole, a causa dei continui inserimenti nella suddetta graduatoria  dei diplomati magistrali, in virtù di un diritto assolutamente discutibile. A favore dei precari storici a pieno titolo, grazie alla vincita di concorsi pubblici, o dopo essersi abilitati con corsi o lauree, e quindi “dopo aver affrontato una mera spesa” in termini economici, di tempo e di fatica, non si legge nulla a difesa o tutela, da parte dei sindacati . E’ vero che i ricorsi dei diplomati hanno fruttato un bel po’ di quattrini, ma è pur vero che un sindacato dovrebbe ricominciare a fare il “sindacato” e difendere le ingiustizie, ma quelle di tutti, non solo quelle che più gli convengono. Non è la prima volta che chiediamo spiegazioni, ma ad oggi nessuno ha speso una parola nei nostri confronti. Anche chi scrive fa parte di quei precari storici e ha visto piangere tante colleghe che hanno stravolto tutta la propria vita e la propria famiglia, trasferendosi al nord per lavorare, per poi vedersi sottrarre incarichi e ruoli da persone con solo un diploma, che magari non hanno esitato a lasciare le scuole paritarie, dove avevano un lavoro “a tempo indeterminato”, per approfittare di questa occasione creata ad arte da sindacati e avvocati che hanno messo in piedi un vero “business” con migliaia di ricorsi. Alla fine a rimetterci è la scuola e i nostri bambini, perché al di là delle ingiustizie e della lotta “tra poveri” che è stata messa in atto, non dobbiamo dimenticare che per insegnare e per creare le basi necessarie ai più piccoli, affinché raggiungano il dovuto successo formativo, non basta “volere “ insegnare e quindi “improvvisarsi” (e qui mi riferisco a tutti i dm senza servizio), ma occorre mettersi in gioco con lo studio e la valutazione delle proprie competenze, altrimenti non si avrà nulla da trasmettere in una scuola “davvero” buona!

di Rosa Natale

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