
E’ quasi paradossale la decisione dell’Usr Campania che preannuncia interventi di natura disciplinare nei confronti di docenti avvezzi a “darsi per malati” in occasione degli esami di Stato.
L’ipotesi è quella di un possibile “abuso o strumentalizzazione delle condizioni di salute”.
Si parla anzi di uso “smodato” dei certificati medicida parte dei professori chiamati a partecipare alle commissioni d’esame.
La questione è complessa e di non facile soluzione, per svariate ragioni.
Il punto è questo: il docente nominato nella Commissione d’esame può presentare un certificato medico che attesta una situazione di salute che gli impedisce di prendere parte ai lavori della Commissione stessa. Il dirigente scolastico (ma anche lo stesso Inps) possono porre in essere eventuali controlli (visita fiscale).
Appare però dubbio che sia possibile aprire un procedimento disciplinare per reiterate rinunce ai lavori delle Commissioni correttamente documentate con certificato medico.
A meno che l’autorità scolastica non abbia il fondato sospetto che uno o più medici di base del territorio siano un po’ troppo accondiscendenti nei confronti dei loro pazienti.
Anche in questo caso, però, la questione non è affatto semplice: è pur vero che ci possono essere medici più severi e altri di “manica più larga” ma per parlare di “abuso” bisognerebbe poter dimostrare che il certificato medico sia palesemente falso e cioè che attesti una malattia inesistente o che evidenzi sintomi reali ma esagerandoli (un semplice mal di testa passeggero che diventa ad esempio una cefalea forte e persistente).
Ma in tal caso, allora, l’autorità scolastica dovrebbe segnalare la situazione all’Ordine dei medici o, nei casi più gravi, alla stessa autorità giudiziaria.
In ultimo ci sarebbe forse anche da chiedersi i motivi per cui spesso molti docenti nominati nelle Commissioni d’esame rinuncino.
Senza fare finta di dimenticare che i compensi per gli esami sono di una modestia a dir poco imbarazzante perché sono fermi a 20 anni fa. Ma questa è un’altra storia.