
Non si può forse parlare di tragedia sfiorata ma quasi: due alunne non sono state colpite dal crollo dell’intonaco del soffitto della loro classe solo perché poco prima l’insegnante le aveva chiamate alla cattedra per recuperare un’attività. Tutto è accaduto in un liceo di Milano lo scorso 15 gennaio.
Come riporta Il Corriere della Sera, i pezzi di intonaco erano dello spessore di qualche centimetro e avrebbero quindi potuto ferire gli studenti, anche se in modo non grave. Prima dell’accaduto, hanno spiegato i ragazzi e i docenti, non c’è stata alcuna avvisaglia: l’intonaco non mostrava crepe o altre imperfezioni.
Anche un’altra aula a rischio crollo
La classe è stata evacuata e la dirigente scolastica ha allertato Città Metropolitana, responsabile della manutenzione degli edifici delle scuole superiori.
Il sopralluogo dei tecnici, durato fino a tarda sera, ha accertato che c’era anche un’altra aula il cui soffitto mostrava un rischio di crolli e anche quest’ultima è stata chiusa. L’intervento di sistemazione è già stato programmato e venerdì i tecnici ritorneranno al liceo per ulteriori controlli.
Secondo i primi accertamenti, il distacco dell’intonaco sarebbe stato provocato dallo sbalzo termico di questi giorni. Ma questo fa propendere per l’ipotesi che l’intonaco utilizzato non fosse di ottima qualità e che si fosse trattato di un “rappezzo” avvenuto negli anni precedenti.
Rapporto Cittadinanzattiva 2024, record di crolli
A settembre è stato presentato a Roma il XXIII Rapporto di Cittadinanzattiva, che pone come sempre il focus sulla sicurezza delle scuole in Italia. Il rapporto completo è consultabile sul sito www.cittadinanzattiva.it. Ecco i principali dati comunicati nel rapporto.
Da settembre 2023 sono stati 69 i crolli che hanno interessato le scuole, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni: di questi, 28 si sono verificati nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). In molti casi eventi preannunciati da segnali visibili ma sottovalutati.
Sempre elevato il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16%) né quello di prevenzione incendi (57,68%); senza collaudo statico il 41,50% (i dati fanno riferimento al 2022, ultimi resi disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica).
Piccoli passi in avanti – ma ancora insufficienti se si considera che, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2 – si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici: poco più del 3% ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.
In merito allo stato manutentivo degli edifici, circa il 64% dei 361 docenti intervistati da Cittadinanzattiva rileva la presenza di fenomeni dovuti alla inadeguata o assente manutenzione, prime fra tutte infiltrazioni di acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%), tracce di umidità (38,2%). La metà degli intervistati (50,8%) ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza e ha riscontrato un intervento a seguito della propria segnalazione. Riguardo alle prove di emergenza ben il 92% dichiara di aver partecipato mentre l’8% sostiene che non siano state effettuate. In prevalenza le prove hanno riguardato l’incendio (79%) e il rischio sismico (70%).