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Prof di ruolo in graduatorie ad esaurimento: dubbi sulla cancellazione

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Continua, incessante, l’impugnazione dell’Anief nei riguardi del Miur ed in particolare delle nuove norme che regolano il mondo della scuola, ad iniziare dai suoi docenti: una delle ultime piccole ‘vittorie’ del giovane sindacato nei confronti del Miur è stata registrata nei giorni scorsi, con l’ordinanza cautelare del Tar del Lazio, attraverso cui viene per sospesa la cancellazione dei docenti di ruolo dalle graduatorie del personale docente introdotta con il decreto direttoriale dell’11 marzo scorso. Il depennamento dalle graduatorie ad esaurimento dei docenti di ruolo, ha così dato effetto pratico alle legge 167/2009.
Dando appuntamento alle parti coinvolte (in particolare al Miur, per difendersi) al prossimo 30 settembre, quando il ricorso verrà discusso in Camera di consiglio, il Tar ha dato l’impressione che la richiesta del sindacato di rimettere il giudizio finale alla Corte costituzionale, ha delle possibilità che possa essere accolta. Rovinando, in tal modo, i piani del ministero dell’Istruzione che punta ad alleggerire le mastodontiche liste di attesa dei docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
Secondo l’Anief quella norma sarebbe da cancellare perchè “non risolve il problema dei precariato (il passaggio da un ruolo all’altro tramite scorrimento delle graduatorie non fa perdere alcun posto di lavoro perché libera un posto e ne assegna un altro) ma rende nullo, di fatto, il superamento di una prova concorsuale e il relativo titolo abilitante, ovvero annulla un titolo legittimamente acquisito”.
Il ricorso, nel chiedere che i docenti di ruolo non siano depennati, serve anche ad affermare un principio giuridico: il personale abilitato (anche precario) non può essere cancellato dalle graduatorie. “Vogliamo difendere – sottolinea Marcello Pacifico, leader e presidente Anief – un diritto acquisito, quello dell’assunzione secondo il punteggio-merito di ciascuno, un diritto garantito dalla Costituzione e che proprio in questi giorni è messo in discussione da proposte di legge tese a introdurre nuovi concorsi, albi regionali, domicili professionali per mandare in soffitta le stesse graduatorie dove più di 300.000 precari hanno dichiarato la loro abilitazione”.
Di fatto, la sospensione del depennamento, potrebbe aver delle conseguenze immediate: le eventuali immissioni in ruolo e le sicure assunzioni a tempo determinato (diverse decine di migliaia, da svolgere entro i primissimi giorni di settembre) dovranno continuare a tenere conto della eventuale presenza di docenti ruolo. Che, come accaduto già in passato, avranno la possibilità di valutare la convenienza ad essere assunti in un’altra classe di concorso piuttosto che in quella attuale. Poi, ma non prima di fine settembre, ad anno scolastico abbondantemente iniziato, arriverà la decisione se rimettere tutto nelle mani dei giudici della Corte costituzionale. Oppure se confermare quanto stabilito dal Miur. Una cosa è certa è che a vincere sarà l’incertezza generale.