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Protesta contro la riforma

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Ecco uno stralcio della lettera aperta di Antonio Marraccini, rivolta agli altri docenti:

"Cari colleghi, credo che il popolo della scuola ed in particolare i docenti di ruolo e precari, debbano dare una risposta politica netta e inequivocabile all’arroganza antidemocratica con la quale venerdì 27 maggio 2005 il Consiglio dei Ministri ha emanato il decreto legislativo, concernente la definizione delle norme generali relative al secondo ciclo dell’istruzione e della formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003 n. 53.
Un decreto che non tiene in alcun conto il dissenso, le critiche e le obiezioni, espresse coralmente dal popolo della scuola, con centinaia di migliaia di firme, migliaia di delibere di Organi Collegiali e di Assemblee, in ormai tre anni di mobilitazione ininterrotta, di sacrifici e di lotte.
(…) Una risposta politica eclatante e inequivocabile da dare, proprio per impedire che vada in porto la concreta e completa attuazione della legge 53 e dei DL e DdL ad essa connessi e correlati, (…) per la tutela della funzione docente unica e della collegialità docente paritaria, per il diritto ad una istruzione pubblica di tutti e per tutti, per un’istruzione ed un diploma tecnico qualificati e qualificanti, per l’emancipazione culturale, civile e sociale delle giovani generazioni.
Per queste ragioni i Collegi dei docenti di fine anno scolastico sono chiamati ancora una volta a votare delibere per l’abrogazione della legge 53 e dei DL e DdL ad essa connessi e correlati e ad aderire e promuovere una raccolta di 50.000 firme per una Proposta di Legge di iniziativa popolare e a promuovere ed attuare forme di lotta clamorose ed eclatanti, ricordandoci che gli alunni e i loro genitori non sono la nostra controparte, bensì i nostri alleati in questa battaglia e che pertanto non dobbiamo creare loro alcun disagio, bensì chiamarli al nostro fianco, in una battaglia su obiettivi comuni.
(…) Per le ragioni suddette e gli obiettivi votati il 18 febbraio 2005, con 122 voti favorevoli e 6 astenuti, dal Collegio dei docenti della mia scuola, l’Iti "L.Da Vinci" di Borgomanero, da lunedì 30 maggio inizio uno sciopero della fame, che attuerò presso la mia scuola, dove chiederò il permesso di permanere 24 ore su 24, continuando il mio servizio di insegnante, fino alla fine dell’anno scolastico e all’espletamento degli scrutini. Qualora non dovessi ricevere il suddetto permesso, mi riterrò ‘occupante’ della scuola, senza intralciarne in alcun modo l’attività.
(…) Spero che altri colleghi di altre scuole e di altre province capiscano l’importanza di questa protesta e di questa lotta, alla quale spero altri vorranno unirsi e che, se sostenuta con fax di solidarietà spediti al Miur, a Palazzo Chigi, al Quirinale, non avrà niente di individuale e sarà a tutti gli effetti una lotta collettiva.
(…) Il mio recapito nei prossimi giorni è presso la mia scuola: e-mail:
[email protected]; fax 0322.840.850".