Home Concorsi Protesta di docenti con sedie e tavolino davanti alla scuola

Protesta di docenti con sedie e tavolino davanti alla scuola

CONDIVIDI

Hanno portato tavolino e sedie da casa in segno di protesta davanti all’Istituto dov’era prevista la prova di concorso per Matematica e Scienze nelle scuole medie riservata ai ricorsisti ma che è andata deserta, perché nessuno degli insegnanti che ha presentato ricorso ha potuto sostenere la prova: «Non abbiamo avuto la cautelare del Tar, l’udienza sarà il 19 maggio» spiegano le due docenti  portavoce di tutto il gruppo.

E poi sono andate, spiega La Stampa,  in Consiglio regionale: «All’ordine del giorno c’è la discussione dei percorsi di abilitazione a questo concorso, i cui termini di iscrizione scadevano il 31 marzo. Peccato che i corsi di abilitazione per 211 insegnanti in Piemonte non siano ancora finiti. Chissà se riusciranno a spiegarci perché un corso di abilitazione programmato con tre anni di anticipo e un concorso specifico per abilitati non riescano ad essere pianificati e ideati in modo sequenziale».

 

LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.

{loadposition bonus}

 

Così gli oltre 211 «abilitandi» (in totale in tutto il Piemonte, 54 sono quelli di matematica) sono rimasti fuori dal concorso. «Avevamo anche chiesto – spiegano le due donne  da una decina di anni insegnanti precarie  a La Stampa– agli Uffici Scolastici Regionali del Piemonte di poter fare un’iscrizione online con riserva per poter nel frattempo terminare l’abilitazione. Non ce l’hanno concesso: hanno deciso di non investire del tempo in una questione di pochi esclusi e di lasciar correre». Facendo correre via però anche i sogni e le speranze di oltre 200 insegnanti che ancora credono nella scuola.  

«Chissà se qualcuno finalmente vorrà ascoltarci e darci un’altra chance. Se i termini del corso di abilitazione non sono stati concordati con quelli per l’ammissione al concorso non è colpa nostra».