Home Alunni Prove Invalsi, agli studenti delle superiori non piacciono

Prove Invalsi, agli studenti delle superiori non piacciono

CONDIVIDI

Dal 7 al 19 maggio, le seconde classi delle scuole superiori dovranno affrontare i test Invalsi. Questo nuovo impianto delle prove, introdotto nel nostro ordinamento scolastico con il decreto legislativo n. 62 del 13 aprile 2017, prevede che gli studenti svolgano i test nell’arco di circa due settimane, lasciando la scelta del giorno, a eccezione delle classi campione, alle scuole.

Le prove, quiz standardizzati di Italiano e Matematica, si svolgeranno al pc, come accaduto per le scuole medie, e che potremo definire le prove generali di quello che accadrà il prossimo anno, quando – con l’aggiunta del test d’Inglese – si raddoppierà: anche i maturandi, infatti, dovranno affrontare le prove Invalsi, per accedere all’esame di Stato.

Agli studenti non piacciono le prove

Tuttavia gli studenti, come riportato anche in precedenza, non sembrano affatto contenti: secondo un sondaggio di Skuola.net, effettuato su circa 1000 ragazzi di seconda superiore, quasi 3 su 4 rifiutano l’idea di legare a filo doppio la maturità agli Invalsi: il 52% non crede sia il modo più corretto di valutare le competenze, il 22% non è d’accordo proprio sulla riforma. Soltanto il 13% lo ritiene giusto.

Ma le prove non raccolgono consensi nemmeno quest’anno: quasi 1 ragazzo su 3 dice di non volersi presentare i giorni delle prove: il 18% per iniziativa personale, il 11% su invito dell’insegnante. Invece il 52% ha intenzione di sostenerle ma solo perché obbligatorie, contro l’appena 19% che vuole sostenerle seriamente.
Ma tanto, anche chi si cimenterà, non starà attento al risultato finale, ovvero più di 4 studenti su 10: il 33% opta per rispondere a caso alle domande, il 9% cercherà di copiare. Solamente il 58% si sta preparando come si deve: il 36% con l’aiuto del docente, il 22% ripassando da solo.

Le prove saranno al pc

Fra i motivi principali di riluttanza c’è senza dubbio quello legato alle prove computer based, che costringe le scuole ad organizzare le prove in 2 settimane.
Gli alunni riferiscono a tal proposito che solo nella metà dei casi (51%) gli istituti potranno mettere a disposizione un’aula informatica attrezzata per accogliere tutti. Un altro 11% confida che la propria scuola si organizzerà per tempo. Mentre 1 su 4 già sa che la sua classe dovrà sostenere la prova a gruppi, per carenza di pc. E il 13% dovrà addirittura essere ospitato da un’altra struttura.

Infine dal sondaggio emergono anche altre informazioni: per gestire meglio le prove online, i test si svolgeranno quasi ovunque in due giorni separati, almeno per i tre quarti (76%) degli studenti intervistati. Il 24%, invece, si toglierà il pensiero in un giorno solo.

La priorità sarà la prova di Italiano: solo il 22% partirà dal questionario di Matematica, che rimane anche quello più temuto (con il 73% dei voti). In attesa, tra qualche anno, di confrontarsi con la prova d’Inglese. Che, però, già spaventa il 48% di chi ha risposto al sondaggio.
Per concludere, per il 28% Italiano e Matematica bastano e avanzano, il 20% odia direttamente l’Inglese. Il 36%, invece, ritiene indispensabile verificare il livello della lingua straniera essendo una competenza di base fondamentale.