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Reclutamento e formazione dei docenti: la riforma non si ferma; il Governo potrà emanare gli atti applicativi

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L’attuazione delle disposizioni contenute nel decreto 36 convertito a fine giugno nella legge 79 proseguirà anche dopo le dimissioni del Governo.
Come abbiamo già annunciato, nei prossimi giorni potrebbe per esempio essere emanato il DPCM relativo alle norme sul reclutamento dei docenti, anche se nei social abbondano gli interventi di quanti auspicano che tutto si fermi in attesa dell’insediamento del nuovo Governo.

Per la verità, però, il fatto che un esecutivo dimissionario possa continuare a “governare” è del tutto normale e perfettamente lecito.
Non a caso lo stesso presidente Mattarella, annunciando lo scioglimento delle Camere, ha anche precisato che il Governo continuerà ad essere in carica per gli “affari correnti”.
E, per chiarire cosa questo significhi, il 21 luglio Mario Draghi ha anche firmato una direttiva indirizzata a tutti i ministri e ai sottosegretari.

Nella direttiva si spiega che il Governo potrà adottare tutti gli atti urgenti, sia legislativi, sia regolamentari, sia amministrativi  “necessari a fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivanti dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da Covid-19”, nonché quelli funzionali all’adozione del PNRR.

In caso di urgenza e necessità il Governo potrebbe anche emanare decreti legge, come previsto dalla Costituzione, decreti che però dovranno essere sottoposti all’esame delle Camere che, seppure sciolte, dovranno comunque riunirsi.