Home I lettori ci scrivono Reddito d’inclusione: una riflessione

Reddito d’inclusione: una riflessione

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Nel territorio della provincia padovana, con oltre 900 mila residenti, il reddito pro capite sta diminuendo, ma si mantiene quasi doppio rispetto al altre regioni italiane.

In Veneto vanno a Roma 51 deputati e circa la metà di senatori per dire spesso “Roma ladrona”, ma il Mose, le Banche Popolari di Vicenza, i prof. universitari che pagano per salire in cattedra, ecc.. sono esempi emblematici di un Veneto con tangenti e nepotismo, tutto italiano.

Il Partito pensionati è contro il voto di scambio elettorale e promuove quello d’opinione. Tutti i partiti dovrebbero avere tale modalità, ma il voto di scambio elettorale in Italia non è cosa rara, purtroppo. Chi cavalca la politica del voto di scambio è qualunque partito che ”regala” soldi pubblici ai residenti in qualsiasi territorio italiano. Certo il regalo non è per i ricchi, che sono più concentrati nelle regioni settentrionali perché le catene di montaggio hanno prodotto merci e servizi tenendo legati al ritmo lavorativo sia donne (molte rispetto al Sud dove la disoccupazione femminile è altissima) che uomini.

Questi lavoratori settentrionali e meridionali immigrati hanno risparmiato, investito ed oggi, non pochi, superano il reddito per avere il Rei (Reddito d’inclusione). L’Ansa informa che “sulla base dei dati Istat e Caritas in Veneto ci sono oltre 100.000 famiglie in condizione di povertà”.

Il nuovo Rei appena approvato dal consiglio dei ministri sarà un supporto per oltre 30.000 famiglie. Non dimentichiamo che la soglia di povertà è arrivata in Veneto ad incidenza del 4.9%”.

I numeri presentati dalla Caritas per i soli sportelli di Selvazzano e Sarmeola additano una realtà preoccupante. Nel 2016 si sono presentati 206 utenti dei quali 60 per la prima volta e 146 hanno fatto ritorno per un totale di 600 accessi.

La maggioranza è costituita dalle donne (70%) e la provenienza è soprattutto italiana (25%) seguita dalla nigeriana (23%), marocchina (15%), moldava (11%) con un totale di utenti extracomunitari pari al (64%). Si tratta perlopiù di famiglie con figli (53%), ma ci sono anche persone sole con figli (13%) in particolare donne e cominciano a emergere divorziati (una decina), soprattutto uomini. L’età più frequente tra gli stranieri va dai 30 ai 50 anni e per gli italiani dai 50 ai 70 anni. Il nostro compito è di fare tutto il possibile per dare opportunità lavorative e restituire dignità alle persone. Ancora più allarmante, sottolinea la Caritas, risulta poi la situazione dei minori con 1 milione 292 mila in povertà assoluta (il 12,5% del totale). Al contrario, diminuiscono i poveri tra gli over 65 (da 4,8% a 3,9%).

Nell’ultimo ventennio, osserva la Caritas, il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato: la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà di quella del 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata del 60%. ”I dati ci parlano di un 34%, un meridionale su tre, esposto a rischio povertà, contro la media nazionale del 19%, che al Nord scende all’11%. Il Rei, in prima battuta, riguarderà le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a 4 mesi dal parto e gli over 55 disoccupati. La misura riguarderà per ora 500mila famiglie per un totale di 1,8 milioni di persone e avrà un tetto di 485 euro al mese – 5.800 l’anno – nel caso di famiglie in difficoltà con almeno 5 componenti.

Il Rei non ha nulla a che vedere con il reddito di cittadinanza che il Movimento Cinque Stelle vorrebbe per una platea più grande. Il Rei concede fino a 780 euro a persona. Se però i componenti della famiglia sono 7, il massimo erogabile in un anno è di 37.440 euro. Se si moltiplica questa somma per il numero di famiglie povere si possono apprezzare le conseguenze sui conti pubblici: secondo alcune stime l’operazione costerebbe circa 20 miliardi di euro l’anno, un po’ meno dell’intera manovra lorda per il 2018.

Al settentrione molti non sono nati ricchi ed hanno praticato le virtù con il motto: “non c’è povertà senza difetti”, motto diffuso anche nella nostra cultura meridionale, sia antica che moderna. Intanto, in attesa di carpire il voto politico del 2018, i Grillini promettono altro e più consistente regalo per carpire altri consensi, a spese anche di noi pensionati!

Giuseppe Pace (Segretario Provinciale del Partito Pensionati Padova)