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Reggio Emilia “bastione dell’educazione sperimentale”

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A scriverlo sul prestigioso New York Times in questi giorni è lo scrittore di libri per bambini Mac Barnett, californiano, autore di best sellers per l’infanzia, che ha citato Reggio Emilia e il suo Reggio Approach in un articolo dedicato a Gianni Rodari sul quotidiano nordamericano, per ricordare al vasto pubblico di lettori che negli States è appena uscita la traduzione di uno dei suoi capolavori, “La Grammatica della Fantasia”.

Secondo Mac Barnett Rodari è in cima alla lista dei geni letterari italiani tra gli scrittori per bambini, sconosciuto in Nord America fino agli anni 80; ora, grazie all’editore di Brooklyn Enchanted Lio, sono in uscita diverse traduzioni delle sue opere, tra cui un’edizione importante delle “Favole al telefono”. E parlando di Gianni Rodari lo scrittore statunitense cita, e lo fa in termini entusiastici, Reggio Emilia, descrivendo la cittadina e il ruolo che ha nella storia della pedagogia internazionale, definendola la città italiana che era (ed è ancora) bastione dell’educazione sperimentale.

Forse non tutti sanno che Gianni Rodari scrisse il “manuale per inventare storie” dopo aver trascorso una settimana a Reggio Emilia, nel 1972, quando incontrò le insegnanti delle scuole per l’infanzia, elementari e medie della città. Lo stesso capolavoro dell’autore piemontese – Rodari nacque ad Omegna nel Verbano Cusio Ossola nel 1920 – La Grammatica della Fantasia, è imbevuto dello spirito del Reggio Emilia Approach, basato sulla centralità del bambino e sul gioco.

Reggio Children

Reggio Children è un centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine, nato per valorizzare e rafforzare l’esperienza delle scuole e dei nidi d’infanzia comunali di Reggio Emilia, conosciuta in Italia e nel mondo come Reggio Emilia Approach.

L’esperienza educativa reggiana nasce alla fine dell’Ottocento, quando il Sacro Monte di Pietà apre a Reggio Emilia un asilo d’infanzia destinato ai figli del popolo, a coloro che si trovano in condizioni di povertà. Nel 1913 il Comune di Reggio Emilia apre l’asilo laico comunale di Villa Gaida, che sarà chiuso nel 1938 durante il fascismo.

Sarà l’UDI (Unione Donne Italiane) ad aprire e gestire dopo la guerra 60 scuole materne nella provincia di Reggio Emilia, di cui 8 nel comune capoluogo. Un patrimonio culturale e sociale che diviene parte integrante dell’identità del futuro progetto educativo reggiano, alla base dei processi e delle forme di partecipazione che si svilupperanno nel tempo. 

Oggi l’esperienza educativa reggiana è nota e presente in più di 130 Paesie Territori, si è costituito infatti un Network internazionale che collabora alla diffusione del Reggio Emilia Approach nel mondo, dal Giappone all’Ecuador, dal Messico a Israele e al Sud Africa.

Reggio Emilia, dove la diffusione di scuole dell’infanzia e nidi che si ispirano al Reggio Emilia Approach è capillare, conta ad oggi uno dei tassi di scolarizzazione più alto d’Italia con quasi il 94% di bambini e bambine frequentanti, seguito da un analogo record per la sequenza dei nidi, che raggiunge il 58%. Per saperne di più sul Reggio Approach, poter partecipare agli eventi formativi, seminari e conoscere più da vicino questa eccellenza italiana si può visitare il sito https://www.reggiochildren.it/reggio-emilia-approach/