Home Attualità Renzi a Napoli incontra i bimbi di Secondigliano

Renzi a Napoli incontra i bimbi di Secondigliano

CONDIVIDI

Ad accogliere Renzi una trentina di piccoli alunni coi quali ha chiesto di restare solo. A loro il presidente del consiglio ha rivolto alcune domande e informazioni sulla scuola. Il presidente ha poi aggiunto: “Statemi vicino”. E poi “So che avete un problema con la palestra” e i bimbi hanno risposto con un coro: “Palestra, palestra”.
Quando ha chiesto se fossero mai stati a Roma, molti bimbi hanno risposto con uno schietto ”è finita 3 a 1”, richiamando il risultato della partita di calcio.
”Io tifo Fiorentina”, ha replicato il premier e ha promesso che quando visiteranno Roma lui li porterà a Palazzo Chigi. Alla fine della lunga chiacchierata, il premier ha “battuto il cinque” con moltissimi piccoli allievi in grembiule che lo hanno salutato.
Renzi ha poi riferito di essersi fermato con alcune mamme di Secondigliano che si sono lamentate per scarsa opera di pulizia da parte del Comune. Il commento del premier è stato: ”Certo le strade vanno pulite ma anche i cittadini devono evitare di sporcarle”.
Sul versante più strettamente politico, Renzi, lasciata la scuola e incontrando a Napoli le istituzioni sull’uso dei fondi Ue, ha detto: “In vista del determinante passaggio sulle europee noi vogliamo smontare due considerazioni: che l’Italia sia il problema dell’Europa e che il sud sia il problema dell’Italia”
“Il Sud non è il problema dell’Italia, ma il Sud è il problema del Sud. Non ci vogliono alibi ma bisogna puntare sul capitale umano. Il governo c’è perché se perde qui perde la sfida Paese.
Uno dei problemi principali, per il premier, è l’incapacità da parte delle regioni di utilizzare i fondi Ue: “In 20 anni si sono perdute occasioni oggettive e noi chiediamo l’impegno a lavorare insieme ma anche a intervenire direttamente noi. Non si può consentire a nessuno di non spendere o spendere male. Il mancato uso di fondi che ci spettano dall’Europa grida vendetta. Certo è meno di quanto noi diamo all’Europa ma se usassimo i fondi come ad esempio fanno i polacchi, non avremmo il deficit infrastrutturale nel Mezzogiorno”