Home I lettori ci scrivono Resipiscenza uguale intelligenza

Resipiscenza uguale intelligenza

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Se Renzi rivede le problematiche relative al concorso docenti, come ha detto di recentissimo, anzi ammettendo di pasticci, dimostra di essere intelligente. Infatti, cosa è l’intelligenza? E’ l’atto di capire che non tutto funziona e quindi, rivedere i propri pensieri, i propri atteggiamenti e rimediare. La coerenza negli errori è caparbietà assoluta che non migliora nulla.

Sul concorso, il Presidente del Consiglio dimostra, se rivede le cose in melius, però, di avere più perspicacia della sua stessa Ministra dell’Istruzione, che continua imperterrita a sbagliare.

Forse in fondo, Renzi, in materia di istruzione non ha grandi collaboratori illuminati, competenti, capaci, che lo stanno aiutando, per primo il sottosegretario Faraone, che è assurto a un compito così importante dal nulla. Da semplice diplomato, come chimico, sembra, mai laureatosi, pretende di conoscere tutto sulla scuola, per meriti politici e non sul campo, non avendo mai insegnato e non conoscendo il mondo della scuola, se non per sentito dire.

Ma anche il Ministro della Pubblica Istruzione, di scuola praticata e vissuta non ne sa niente. Essa proviene dal mondo universitario, sì, ma che non è la stessa cosa che venire dal mondo della docenza o dirigenza scolastica e, quindi, anche Lei capisce poco di scuola da quella dell’infanzia a quella secondaria superiore. Essere parte di un partito politico, di per sé, non vuol dire essere onnisciente e se non ci si affida ai veri tecnici, in questo caso scolastici, come sono tutti coloro che hanno fatto e fanno sindacalismo praticato e continuo, non si può dire di essere in grado di capire le problematiche dei lavoratori della scuola.

Non potrei nemmeno esprimere, a questo punto giudizio positivo nei confronti dei vari tavoli tecnici che dovrebbero supportare l’azione politica, se tanto mi dà tanto e se hanno contribuito allo smantellamento della Scuola Pubblica italiana nei suoi cardini fondamentali ed essenziali, costituzionali e repubblicani, sociali e civili, trasformandola in una sorta di attività aziendalistica, con regole molte vicine a quelle di un posto di lavoro di natura privatistico/aziendale dove, sembra che da questo, poi, si debba decollare verso una vera scuola privata aziendale generalizzata. Questo è il vero timore.

Renzi non leggerà mai queste mie modeste osservazioni, ma il consiglio che gli do, immodestamente, è quello di ascoltare i Sindacati della Scuola, tutti e dopo decidere.

Entriamo nel merito di qualche problema: Lei dice che dal concorso usciranno i migliori insegnanti.

Mi consenta di dissentire e dirle che i migliori insegnanti sono quelli che attualmente sono in cattedra a scuola, alle prese con i mille problemi degli alunni e dell’infernale burocrazia che negli anni si è sempre più accumulata sviluppata e consolidata a danno della vera attività didattica . Altro che 80 ore, non si contano più le ore di non insegnamento, da dedicare all’insegnamento!

I migliori sono quelli che lo Stato ha prima voluto che si abilitassero (abilitarsi sa che vuol dire essere abili, capaci, in grado di esercitare la professione di cui si chiede la competenza, che poi deriva dalla conoscenza teorica e pratica di chi opera?) e cosa altro vuole ancora? Vuole sceglier tra gli abilitati i più… di tutti.

Bene, faccia un concorso per titoli e colloquio, o prova pratica, se proprio non si fida celle commissioni universitarie, affiancate dal rappresentate ministeriale, che hanno giudicato abilitati, abili, i docenti sottoposti a un anno di studio con 12 o 13 esami o con una o due dissertazioni finali.

Ma non ne escluda nessuno, che qualche sorta di malefico capriccio insito nel concorso potrebbe far accadere!

Vuole l’inglese a livello di madrelingua? Allora, perché non l’ha fatto studiare durante il corso abilitante? A che serve l’inglese madrelingua ? Per non parlare più l’italiano, anzi l’Italiano? Con la I maiuscola? Pensa che così diventiamo tutti degli emeriti scienziati? Cioè dobbiamo far scomparire l’italiano? Ma non si capisce bene. Una volta c’era la famosa Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua italiana nel mondo, adesso costituiamo la Società italiana William Shakespeare per la diffusione dell’inglese nel mondo e principalmente in Italia. Ma via! Un po’ di amor patrio, un po’ di buon senso linguistico! l’inglese sì, ma l’italiano prima di tutto, se no fra poco dobbiamo studiare la Somma Divina Commedia in inglese (Somma, mia aggiunta patriottica).

Vuole che gli insegnanti di scienze e matematica intercalino qualche parola o qualche argomento agli alunni in inglese? Questo non è livello B2, ma approccio graduale alla lingua straniera, per suscitare nell’allievo l’interesse alla lingua diversa. Ma non occorre il B2! Ma vorrei vedere quanti nostri docenti di lingua sono in grado di sostenere un colloquio in madrelingua inglese! Ma questo è un altro argomento.

Che dire poi del Cineca, o della Cineca, la società a cui vuole affidare il compito di preparare i testi per il concorso? Questa Società ha dimostrato poco affidamento nei concorsi precedenti con gli innumerevoli errori nei quiz somministrati specie nel concorso per D.S., che affidarsi ad essa , mi preoccupa alquanto, perché quella stagione è stata foriera di numerosi ricorsi alla giustizia amministrativa. Ci pensi bene, dott. Renzi, Prime Minister. E poi quanto ci costa. Ma ne vale la pena?

Il malcontento che serpeggia tra le centinaia di migliaia di docenti abilitati è su per giù questo che ho cercato di descrivere: sta a Lei adesso prendere in mano le redini della questione e indirizzala nel modo più congeniale per i docenti che sono attualmente in classe e che se non fossero i migliori, come Lei dice di volere i prossimi, perché non li licenzia? Si ricordi, che nella vita come nello sport, uno solo è il migliore, tutti gli altri sono secondi, terzi, quarti, ecc. La sua graduatoria, fin dove potrebbe arrivare?

Rifletta bene, Mister Prime Minister, al posto o senza questi docenti che sono in classe attualmente a svolgere dignitosamente il loro arduo lavoro, Lei chi ci metterebbe?