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Scuole chiuse, Renzi: non vogliono riaprirle, lo dicano senza nascondersi dietro i tecnici

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Sulla riapertura immediata delle scuole, Matteo Renzi aggiusta il “tiro”: se fino a qualche giorno fa insisteva sulla necessità di far rientrare in classe almeno i 700 mila alunni della terza media e quasi mezzo milione di studenti impegnati nella maturità, attraverso “uno screening di tutti gli studenti“, ora si accontenta di reclamare chiarezza.

“Mettiamo subito due miliardi e rifacciamo le scuole”

L’ex premier e oggi leader di Italia Viva, quel che serve ora “è essere preparati a richiudere le zone in cui ripartono i focolai, senza le incertezze che hanno caratterizzato le prime settimane”. Sulle scuole, continua Renzi, se “non vogliono riaprire, va bene, lo dicano. Però allora mettiamo subito due miliardi e rifacciamo le scuole. Senza burocrazia ma con affidamenti immediati”.

L’idea di Renzi è quella che “chi è in condizioni di mettere in sicurezza lavoratori e clienti riapre. Devi avere le mascherine, i guanti, devi pagare i test sierologici ai dipendenti, ma riapri. Se non te la senti è una tua scelta”.

Il Governo deve avere coraggio

Sulla scelta di chi deve invece decidere quanto prendere la decisione di riaprire determinate attività, però Renzi non ha cambiato idea: sostiene che è sempre una decisione puramente politica e che se si pensa di delegarla agli scienziati si commette un grave errore, come è stato fatto in passato.

Oggi “abbiamo un Governo che ha ampio consenso e che per questo dovrebbe avere il coraggio di fare scelte difficili, senza nascondersi dietro l’alibi dei tecnici”.

Scuola, chi deciderà quando e come si tornerà?

Su questo punto, su chi deciderà quando si tornerà a scuola, quando non ci sarà più il pericolo di contagio da Coronavirus, se il Governo o gli epidemiologi, domenica scorsa su Rai Due c’è stato un piccolo scambio di battute, durante la trasmissione Che tempo che fa, tra la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e lo scienziato e divulgatore scientifico Roberto Burioni.

La titolare del ministero dell’Istruzione ha confermato che per decidere quando torneranno otto milioni di alunni in classe e oltre un milione tra docenti, Ata e presidi, sarà decisivo “quello che le autorità sanitarie diranno”.

Il medico, accademico e divulgatore scientifico ha replicato che su un possibile ritorno a scuola degli alunni italiani “la scienza dice ‘prudenza’, ma poi tocca alla politica scegliere”.

Lucia Azzolina, ha quindi ribadito che “la politica sarà ancora più prudente e si assumerà tutte le responsabilità, mai e poi mai metteremo a rischio la vita degli studenti”.

È evidente che la responsabilità della decisione e su come si realizzerà il ritorno reale alle attività, scuola compresa, l’ultima parola sarà di chi firmerà i decreti. E chi si assumerà questo incarico non potrà sbagliare.