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Rientro in classe, un medico in ogni scuola: il Ministero della Salute ci pensa

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Un medico scolastico in ogni scuola per garantire la sicurezza. E non solo per il ritorno a settembre, dopo la chiusura per il covid. Ma come presidio fisso per rassicurare le famiglie.

Un medico in ogni scuola: Sileri lancia la proposta

Si fa strada l’idea anche presso il Ministero della Salute.
Il viceministro Pierpaolo Sileri ha infatti avanzato l’ipotesi per aumentare il tasso di sicurezza nelle scuole: “Per una riapertura delle scuole in sicurezza bene il tampone, i test sierologici, il metro di distanza e poi ragioniamo, nei mesi a venire, sulla presenza del medico nelle scuole seguendo le valutazioni del Ministero della Salute“.

 

Già nei giorni scorsi, lo stesso Ministro Roberto Speranza aveva già avanzato le basi per la sua idea di stretta interconnessione fra scuola e sanità, invitando a “ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità, recuperando il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni ’90. Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole“.

Anche per i sindacati il medico è indispensabile

Anche le organizzazioni sindacali ritengono che la figura del medico scolastico debba essere fra le priorità per la riapertura delle scuole: in vista del protocollo di sicurezza da attuare di concerto al Comitato Tecnico Scientifico, i sindacati hanno infatti chiesto “che venga garantito un presidio medico in tutte le scuole e che venga affidata la responsabilità della presa in carico degli eventuali casi positivi alle ASL. Sarebbe utile anche la disponibilità di tamponi, presso pediatri e medici di famiglia. Formare, informare e prevenire devono essere le parole d’ordine.”

A propositi di sindacati, a commentare l’idea di Sileri è Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola: “Le famiglie vanno rassicurate circa la garanzia della salute dei propri figli; se ne gioverebbero tutti non ultimo il sistema sanitario nazionale che invece di ospedalizzare e curare le malattie può prevenirle. Non c’è un luogo più idoneo della scuola per farlo. Certo servono soldi, ma se un paese non pensa alla salute dei suoi giovani, è veramente messo male“.