Home Contratti Rinnovo contratto scuola: spot elettorale o si fa sul serio?

Rinnovo contratto scuola: spot elettorale o si fa sul serio?

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Tutti lo evocano, tutti pensano che sia giunto il tempo per rinnovarlo, ma poi nessuno fa qualcosa di veramente concreto perché il nuovo contratto scuola si materializzi. Da parte sua il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è convinta che sarebbe giusto ed opportuno equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani agli stipendi medi europei. Secondo il responsabile del Miur bisogna recuperare il terreno perduto, bisogna restituire dignità al ruolo dell’insegnante e valorizzare questa professione; serve urgentemente, secondo il ministro dell’Istruzione, la “revisione” di un contratto mortificante dal punto di vista economico ed obsoleto da quello normativo. 
Il nuovo contratto dovrebbe nascere sotto due direttrici fortemente volute dallo stesso ministro: valorizzazione del merito dei docenti che si impegnano e si aggiornano e autonomia decisionale ai dirigenti scolastici anche sulla valutazione ai docenti. Una delle note dolenti del rinnovo del contratto della scuola è quello della retribuzione dei docenti, che trova in disaccordo il ministro Giannini con i sindacati. Secondo il neo ministro dell’Istruzione la retribuzione degli insegnanti non può restare vincolata agli scatti di anzianità automatici, non è più concepibile tollerare un meccanismo in cui l’unico modo di progredire in carriera per gli insegnanti sia l’invecchiamento. 
Il termine ”valutazione” per il ministro Giannini è una parola chiave fondamentale, la ripete ossessivamente, convinta del fatto che la semantica delle parole abbia un’utile efficacia e faccia prendere coscienza della risoluzione dei problemi. In ogni intervento pubblico del ministro Giannini si parla del bisogno di introdurre meccanismi contrattuali di valutazione del merito degli insegnanti, ormai la valutazione, sostiene il responsabile dell’Istruzione, è entrata prepotentemente nella cultura della scuola italiana, dai test Invalsi alla partecipazione alle indagini internazionali, quindi dovrà entrare anche nel nuovo contratto scuola. Parallelamente al contratto il ministro annuncia anche l’esigenza di un nuovo testo unico in materia di normativa scolastica per semplificare le regole, eliminare le contraddizioni e rimediare agli errori. La domanda che ci poniamo è la seguente: riuscirà il ministro dell’istruzione Giannini a convincere della bontà delle sue azioni i sindacati scuola? Ecco arrivare proprio nel periodo delle elezioni europee, dove ricordiamo che il ministro dell’Istruzione Giannini è candidata per Scelta Civica, l´incontro tra ministro e sindacati per il rinnovo del contratto scuola. La data fissata dal ministro Giannini per questo incontro è quella del 14 maggio. Il responsabile del Miur si è detta disponibile a discutere sia della parte economica che di quella normativa. La domanda è: “Questa disponibilità di rinnovare il contratto scuola sia nella parte economica che in quella normativa è reale o si tratta di pura convenienza elettorale?”
Il sospetto che questo incontro serva per buttare fumo negli occhi all’opinione pubblica e che sia legato ad una convenienza di carattere elettorale, è più che concreto. Infatti la legge è abbastanza chiara in fatto di rinnovo economico dei contratti pubblici che non potranno esserci prima del 2015, e forse bisognerà aspettare addirittura fino al 2018. 
Il parere dei più è che nessuna Araba Fenice contrattuale risorgerà delle ceneri e con ogni probabilità continueremo a tenerci ancora questo vecchio contratto destrutturato e figlio di un altro tempo. Ad alimentare i sospetti che la disponibilità del ministro dell’Istruzione a sbloccare la questione del rinnovo contrattuale anche per quanto riguarda la parte economica sia di pura convenienza elettorale, è il suo atteggiamento avuto ieri in audizione alla Camera dei deputati, alla VII commissione. La Giannini in quel consesso ha promesso di ribellarsi a quello che lei stessa definisce “informale commissariamento” da parte del Ministero dell’Economia, che non permette di operare programmazioni a lungo termine delle politiche dell’istruzione, ed ha promesso di trovare risorse aggiuntive per affrontare i tanti provvedimenti che intende intraprendere. Ma alla domanda di Gianluca Vacca del M5S, riguardo la candidatura della stessa Giannini alle europee (“Se verrà eletta lascerà il Ministero per andare al Parlamento Europeo?”), la risposta è stata limpida: “Ho preso molto sul serio la mia candidatura alle europee, così come ho preso molto sul serio il mio incarico di ministro”
Questa risposta fa capire che la candidatura alle europee del ministro potrebbe essere la ragione di un’evidente accelerazione sui temi caldi della scuola. Fra tutti il rinnovo del contratto!