Home Alunni Risolto il “tototema” agli esami di Stato: studiare

Risolto il “tototema” agli esami di Stato: studiare

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Nello stesso tempo partono i sondaggi e i desiderata dei ragazzi, che si uniscono a quelli dei loro prof anche per non dire che l’anno scolastico è passato invano. Ma almeno qualche argomento si potrà azzeccare? Sicuro!  Ma quale? Ecco, questo è il problema: quale?

Pirandello? È probabile, anche perché è atteso: aspettando Pirandello, si direbbe con Beckett; ma Dante, sull’altra sponda  dell’Acheronte, ricorda che quest’anno è il suo anniversario: per me si va nella Città dolente. E allora chissà? Tuttavia oltre il Limbo, dentro l’inferno più fondo,  c’è l’Isis, i terroristi oltranzisti, cupi e vigliacchi e che stanno distruggendo vestigia antiche, culture millenarie come la tolleranza e la democrazia, e uccidendo uomini: ci sarà posto, oltre che all’inferno, anche per loro tra gli argomenti degli esami di stato?

Può essere, ma sulle trincee della guerra vigliacca anche l’Europa ha da dire la sua. Quest’anno infatti cade l’anniversario dell’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale contro gli Imperi centrali a fianco di Francia e Inghilterra per completare, così si diceva, il risorgimento. Si apre allora un altro fronte che non è solo quello storico ma anche quello dei contenuti: siamo preparati?

E infatti se gli studi fatti a scuola sono come quelli condotti per l’Expo di Milano, da parte del Governo e dagli organizzatori, qualche pericolo si potrebbe paventare, visto pure che in fatto di previsioni e di formulazioni di riforme, e della scuola in particolare, le cose non vanno tanto bene;  vedi lo stupore che, dovendo stupefare tutti i docenti, stupefece solo i promotori del “riciclo” di certe riforme, fatte però nella convinzione di avere inventato chissà cosa e invece ci hanno lasciato tutti di stucco.

Quale sarebbe allora l’unico pronostico per affrontare bene gli esami di stato? Studiare e studiare, stando in primiera, nel senso di tenere in mano tutte le carte possibili per sbattere  l’asso sul tavolo, o sulla cattedra, al momento opportuno e proprio per non essere colti impreparati. Se non del tutto, almeno parzialmente.