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Ritorno in classe, meglio a metà gennaio: i numeri ci dicono che il 7 i rischi Covid saranno ancora alti

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La leggera riduzione dei contagi da Covid non è un segnale affidabile, perché non vi è alcuna certezza che nelle prossime settimane assisteremo ad un ulteriore calo dei casi: le analisi statistiche, in linea con quanto segnalato anche dall’Istituto superiore di sanità, segnano un andamento ancora oscillante, con tante variabili che possono ancora influenzare la curva dei contagi. A dirlo è stato il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

I prossimi giorni cruciali

Secondo il matematico, i prossimi giorni saranno cruciali: “già si è registrato l’effetto dell’aumento dei contatti del periodo del black friday, alcuni giorni, dal 21 al 27 novembre, che hanno inciso 10-14 giorni dopo”.

Certamente, rispetto ad una settimana fa si è passati dal 25 al 22% circa. Flette anche il dato dei positivi sui test anche ripetuti che si attesta al 9.26: Sebastiani ricorda che da 5 giorni quindi la percentuale sta calando, quasi 3 punti di riduzione che fanno ben sperare ma dall’inizio di dicembre la curva a parte le fluttuazioni, non scende.

“Comunque, se la previsione verrà confermata, a Natale la curva media dei decessi scenderà sotto i 500 al giorno”.

Il problema è che gli acquisti prefestivi potranno far di nuovo innalzare i contagi da Covid. E anche i contatti dei giorni di festa, seppure il governo abbia introdotto un nuovo Dpcm che impedisce di riunirsi in numeri considerevoli.

La ripresa a scuola? Meglio dopo dati certi

L’esperto di andamenti matematico-statistici teme “che la ripresa della scuola arrivi prima che ci sia stata evidenza chiara di un risultato positivo della stretta che scatterà il 24” dicembre.

“Per vedere i primi effetti bisognerà aspettare il 6 gennaio circa, ed il rischio è che potremmo trovarci con la ripresa della scuola in una fase epidemica ancora delicata. Buona cosa sarebbe valutare la situazione epidemica a metà gennaio prima di ripartire“.

Numeri e percentuali poco rassicuranti

Il matematico ritiene che se tutto procederà come previsto, comunque, a Natale si riuscira’ ad avere una riduzione dei decessi sotto i 500 morti in media al giorno. Sono 176.185 i tamponi per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, in leggero calo rispetto a ieri, quando erano stati 179.800.

Il tasso di positività (rapporto positivi-test, compresi quelli ripetuti e di controllo) è del 9,2%, in flessione rispetto al 10% di ieri (-0,8%). Le vittime sono state 553. E ci sono ancora troppi ingressi nelle terapie intensive.

Le stranezze dei dati regionali

Sebastiani sottolinea anche alcune incongruenze sui dati regionali. La sua analisi vede per la provincia di Trento una situazione molto più critica rispetto a quella dell’Abruzzo che però è inserita nella fascia arancione, ad un livello di allerta maggiore rispetto al giallo della prima.

“Sarebbe utile avere tutti i dettagli dell’algoritmo così qualsiasi scienziato potrebbe implementarlo e con un lavoro di analisi identificare i principali fattori che contribuiscono all’assegnazione delle classi delle regioni. Cosa che sarebbe utile ai governatori per indirizzare alcune scelte locali sulle quali hanno potere”. Anche sull’apertura o chiusura delle scuole.