Home Politica scolastica Sciopero scrutini? I giuristi non hanno dubbi: i docenti rischiano la sanzione

Sciopero scrutini? I giuristi non hanno dubbi: i docenti rischiano la sanzione

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Nelle stesse ore in cui i Cobas ufficializzano il blocco degli scrutini per fermare il ddl di riforma della scuola, in corrispondenza dei due giorni successivi al termine della scuola, con differenze per ogni regione, si alzano gli scudi in difesa del diritto degli alunni ad essere valutati. Ad iniziare da Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, che in un’intervista al Corriere della Sera ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi ai media: “di fronte all’eventuale violazione palese delle normative di settore si porrebbe il problema di ricorrere a quello strumento eccezionale, a tutela delle famiglie e degli studenti che hanno diritto ad una regolare conclusione del loro cicli di formazione”, sostiene il garante.

“L’Autorità di garanzia – chiarisce il giurista – non ha ricevuto alcuna comunicazione. Se arriveranno, esamineremo le carte. Ma a nessuno è dato muoversi al di fuori delle regole. I diritti degli utenti vanno tutelati”. Alesse ritiene che l’accordo del 1999 proibisce in modo categorico la proclamazione di scioperi in concomitanza con le giornate nelle quali si effettuano gli scrutini finali. “E noi vigileremo affinché quelle norme vengano rispettate”.

Gli dà manforte Cesare Mirabelli, presidente emerito della corte costituzionale, che in un’intervista, stavolta al Messaggero, ha spiegato che la priorità in queste occasioni è “tutelare il diritto degli studenti ad ottenere le valutazioni annuali deve essere una priorità”.

Secondo Mirabelli, “lo sciopero è un diritto collettivo costituzionalmente garantito. Naturalmente allo stesso tempo vanno tutelati i servizi pubblici essenziali. Dunque è tollerabile uno slittamento dei tempi previsti per gli scrutini ma non è accettabile che siano presi in ostaggio i diritti degli studenti che a fine corso aspettano una valutazione, specie se dovessero essere messi a rischio gli esami di stato”.

L’esperto di normativa, sottolinea come di fronte ad una proclamazione dello sciopero, l’autorità garante “può dare delle prescrizioni, ad esempio facendo slittare le date. Se queste vengono violate, scattano le sanzioni nei confronti delle organizzazioni sindacali che hanno violato il dispositivo”.

Cosa rischiano i singoli insegnanti se non rispettano la prescrizione del garante? “Se lo sciopero è stato vietato o limitato dal garante, viene meno la legittimità di quella assenza, che diventa dunque una inadempienza all’obbligo contrattuale, con conseguenze da valutare caso per caso. Ma non credo che si arriverà a tanto”.

“Un muro contro muro sarebbe inutile. Se i sindacati proclameranno uno sciopero e questo sarà inibito o accettato con limiti di salvaguardia, il valore politico della protesta sarà stato comunque capitalizzato”, l’ex presidente della Corte Costituzionale.

A spingere contro il boicottaggio degli scrutini c’è ovviamente la maggioranza del Pd, il partito da dove ha preso avvio la riforma: secondo il democratico Matteo Colaninno, “la mobilitazione decisa dai Cobas, che prevede il blocco degli scrutini per due giorni, appare francamente incomprensibile”, perché “il governo e la maggioranza hanno raccolto tutte le indicazioni costruttive che sono arrivate, dando vita a un testo equilibrato e che rappresenta un punto di svolta”. “Tutte le riforme sono perfettibili – conclude Colannino – ma occorre decidere se vogliamo irrobustire quel percorso di uscita dalla crisi che il nostro Paese ha intrapreso: non possiamo rimanere vittime dell’immobilismo”.

 

 

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Da parte dei sindacati, però, emergono diverse perplessità. Sia rispetto alla riforma, sia alle indicazioni di proibizione del blocco degli scrutini. Ad iniziare dai Cobas. Ma non solo: “è chiaro che se il sindacato dovesse arrivare ad un’iniziativa del genere, lo farebbe non di certo forzando la legge”, sostiene l’Anief. Per il sindacato autonomo, “il blocco degli scrutini potrebbe essere la risposta estrema all’estrema resistenza del Governo a cambiare un provvedimento che docenti, studenti e famiglie non vogliono. Come dimostrato dalla partecipazione amplissima agli scioperi e alle manifestazioni dell’ultimo mese.

A tal proposito, Anief ricorda ai lavoratori che nell’allegato al Ccnl della Scuola è specificato, in attuazione della Legge del 12 giugno 1990, n. 146, che il blocco degli scrutini è un atto possibile da realizzare: “gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate nelle quali è prevista l’effettuazione degli scrutini finali – spiega la norma – non devono differirne la conclusione nei soli casi in cui il compimento dell’attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione. Negli altri casi, i predetti scioperi non devono comunque comportare un differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla scadenza programmata della conclusione”.

Insomma, anche se limitato, lo sciopero sembrerebbe comunque fattibile. Chi ha ragione? Di sicuro, alla fine dell’anno e degli scrutini mancano ancora tre settimane e sembra davvero tanto…

 

 

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