
Nelle aule italiane sta crescendo la “Generazione AI”, fatta di studenti sempre più abituati a convivere con strumenti di Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI). Ma i docenti sono pronti a guidare questo cambiamento? Per rispondere a questa domanda, Tortuga – think-tank di studenti, ricercatori e professionisti del mondo dell’economia e delle
scienze sociali, nato nel 2015 – ha condotto un’analisi su larga scala dell’impatto della GenAI sulla scuola.
I dati – raccolti in collaborazione con Yellow Tech – mostrano una realtà in rapido mutamento. A quanto si legge nel documento, “il 66% dei docenti e l’83% degli studenti utilizza settimanalmente l’IA”. Tuttavia, non mancano i paradossi. “Il 35,6% dei docenti crede che i propri studenti non la usino mai”, mentre in realtà solo “il 17% degli studenti non ne fa uso regolare”. Un divario tra percezione e realtà che solleva parecchi interrogativi.
Come viene utilizzara l’IA a scuola
L’uso della GenAI tra gli studenti è spesso legato alla praticità. Essa infatti viene utilizzata “per controllare risposte (56%) e cercare idee, più che approfondire”. Anche i docenti sembrano avere una comprensione parziale delle potenzialità dell’AI. “Uno su due la considera più performante in matematica e logica“. In realtà, come emerge dallo studio, le performance la GenAI in questi ambiti sono “per la maggior parte a pagamento e non di fruizione comune”.
Di fatto, sostengono i tecnici di Tortuga e Yellow Tech, “sono gli stessi modelli di GenAI a definire risposte a domande di contesto e traduzione come quelle in cui performano meglio”. Oltre a un utilizzo ancora superficiale, molti insegnanti faticano a cogliere i reali vantaggi operativi della tecnologia. Infatti “trascurano il suo potenziale per ridurre il carico amministrativo e burocratico”, rinunciando così al cosiddetto “dividendo dell’IA”.
“Poca fiducia tra studenti e insegnanti”
Il corpo docente, si legge ancora nel documento, risulta diviso. “Un terzo dei docenti non utilizza la GenAI e tende a ‘mistificarla'”. Questo gruppo “è più preoccupato che limiti il pensiero critico (più 4%) e più scettico sul suo potenziale di supporto agli studenti in difficoltà (meno 11%) rispetto a chi la usa”. Emergono anche problemi di fiducia nel rapporto tra studenti e insegnanti. “Il 71% degli studenti percepisce meno fiducia da parte dei propri insegnanti“.
Una tensione che si riflette nelle valutazioni scolastiche. “Due docenti su tre”, concludono gli autori del rapporto, “preferirebbero assegnare un voto più alto a un lavoro di qualità inferiore ma svolto autonomamente, rispetto a un elaborato migliore prodotto con l’ausilio di GenAI”. Un orientamento che segnala la difficoltà a integrare la nuova tecnologia in modo costruttivo nei criteri valutativi. La strada da fare, insomma, è ancora tanta.
Il prossimo incontro di Educazione civica (in diretta)
Educazione Civica in diretta tornerà giovedì 6 novembre con un altro tema attuale. Saremo in diretta dalle 11 alle 12 con Laura Biancato (esperta di innovazione didattica e per 30 anni dirigente scolastica) e Ivano Stella (esperto di intelligenza artificiale e didattica in un incontro dal titolo “Intelligenza artificiale a scuola: come? Dallo smartphone vietato all’uso critico e consapevole dell’IA”.




