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Scuola, l’impunità si impara già alla scuola primaria

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Lavoro da quattro anni alle Elementari, nel quadro delle Attività Musicali previste dal D.M. 8/2011.
Sono fortunato, perché insegno a suonare la chitarra, le tastiere elettroniche, il basso elettrico e la batteria. Formiamo delle band per la Musica d’Insieme strumentale e dei cori con solisti per la Musica d’Insieme vocale.
In compresenza con le eroiche colleghe e qualche rarissimo collega, protetto dal WWF, curo la preparazione vocale-strumentale delle alunne e degli alunni delle classi terze, quarte e quinte, nella dimensione educativa e didattica che ho appreso dal M° Carlo Delfrati, ovvero de “la Musica come forma di linguaggio”.

Da quattro anni vedo crescere la maleducazione, la mancanza di rispetto e i comportamenti scorretti di bambine e bambini che, spalleggiati da genitori a loro volta ignoranti, saccenti, aggressivi o violenti, vorrebbero insegnare a chi ormai insegna a insegnare ed “educare” chi è educato a educare.
Ho assistito a scene raccapriccianti: la mamma che chiede al figlio, ammonito per comportamento scorretto nei confronti dell’insegnante, se sia vero quanto la Maestra afferma; bambine che in presenza di due docenti di matematica, affermano che una operazione matematica si svolge in un determinato modo perché glielo hanno detto le loro mamme; padri che contestano la mancata partecipazione del figlio al Concerto di fine anno, data la mancata preparazione del brano da eseguire, perché suonano la chitarra e quindi si intendono di Musica; etc.

Alle Elementari non si sospende e non si boccia, per cui si sta consolidando un prepotente e devastante senso di impunità, sostenuto da genitori intercessori pronti ad accusare docenti e preside di “avercela col figlio”, “mancanza di obiettività” e “penna facile” per note disciplinari ingiuste.
La stessa situazione sta minando la Scuola Media, dopo il venefico Decreto Legislativo n. 62/2017 legato alla Legge n. 107/2015, renziana, con la bocciatura ridotta a rarissima eccezione, da difendere sempre più spesso di fronte ai Giudici in seguito a ricorsi di genitori intercessori e ricorrenti. L’ultimo capolavoro del Ministero dell’Istruzione è l’abrogazione dei voti nella Scuola Primaria. Urge un ripristino di sospensioni e bocciature già dalle Elementari, per garantire il rispetto nei confronti di un corpo docente ormai sistematicamente umiliato e offeso.
Non è più procrastinabile una norma chiara e di semplice applicazione, che tuteli maestre e professori dal vilipendio perpetrato da genitori aggressivi o violenti e infligga sanzioni pecuniarie e penali a padri e madri colpevoli di oltraggio e/o aggressione a pubblico ufficiale.
Non è più procrastinabile la ridefinizione della Funzione Docente, sia in termini sociali che economici. Si potrebbe continuare a far niente, naturalmente; i costi culturali, sociali ed economici dello sfacelo della Scuola Pubblica ricadrebbero pesantemente sul futuro della Repubblica Italiana.
Educare e formare le nuove generazioni è un compito che ogni Stato degno di questo nome deve onorare col massimo impegno. Non dovrebbero mai pronunciare la parola “Scuola” i ministri che oggi siedono nel Governo Draghi, dopo aver contribuito a diffondere il disprezzo per gli insegnanti “fannulloni”, a far nascere classi-pollaio e istituti-monstre, e a tagliare miliardi e miliardi a danno della preparazione delle nuove generazioni di italiani.
Lo sfascio della Scuola Pubblica preannuncia lo sfacelo della Società e delle Istituzioni

Antonio Deiara