Home Attualità Scuola, meno studenti e maggiore dispersione: il caso del Regno Unito

Scuola, meno studenti e maggiore dispersione: il caso del Regno Unito

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Sempre meno nascite, calo demografico, didattica sempre meno inclusiva ed attrattiva: questo il quadro offerto dall’intero continente europeo, alle prese con una profonda crisi a spirale che comprende risorse (economiche e – al momento – energetiche), società e relative flessioni e crisi ed un calo demografico dettato dalla precarietà salariale ed occupazionale di impatto decennale. Tale crisi, prodotte in maniera sequenziale, portano ad estremo stress il tessuto sociale, che reagisce con fenomeni che colpiscono le fasi più deboli o sensibili della popolazione, come gli studenti. La perdita di occupazione, la scarsa fiducia nell’autorealizzazione conoscitiva e nelle istituzioni allontanano le famiglie dallo Stato e i ragazzi e le ragazze dalla scuola, luogo di formazione e di creazione architetturale dell’anima critica attraverso le arti della scrittura, della lettura e dell’erudizione. Il Regno Unito, ad esempio, si sta confrontando con un’ondata assai preoccupante di casi di abbandono, specie nelle maggiori città (aree periferiche e sobborghi urbani) e nelle campagne isolate, ove il richiamo della terra risulta più ancestrale e deciso rispetto a quello dei banchi di scuola.

Il caso anglosassone: 100.000 studenti mancano all’appello. L’impatto delle misure sanitarie su educazione e scuola

Li chiamano, in sede giornalistica, ghost children. Ragazzi che, secondo i massicci archivi dei Provveditorati all’Istruzione, dovrebbero trovarsi tra i banchi di scuola a seguire le lezioni e che, per oscure ragioni afferenti allo status familiare e via discorrendo, mancano all’appello. Attualmente oltre 1.000 scuole in aree svantaggiate hanno un’intera classe di bambini scomparsi. La scuola secondaria OASIS Academy sull’isola di Sheppey nel Kent, ad esempio, ha registrato un tasso di assenteismo persistente del 54%, il che significa che oltre la metà degli alunni perde almeno il 10% delle lezioni. La scuola secondaria ha allestito un servizio di sostegno alla comunità su un autobus a due piani. Secondo l’ultima statistica del NHS digitale, un numero record di oltre 400.000 bambini al mese viene curato per problemi di salute mentale e altri stanno lottando per essere diagnosticati a livello locale. Il dato che preoccupa le istituzioni scolastiche fa fede alle decine di migliaia di studenti assenti del tutto dalle aule. Sono moltiplicate le psicopatie legate ad ansia, depressione e sindromi post-traumatiche tra gi adolescenti, colti da un isolamento sanitario improvviso che si è tradotto nell’impossibilità di tessere la sociale tela dell’incontro, cruciale a scuola e nell’articolato percorso adolescenziale. La creazione di bus dedicati a recuperare i ragazzi dalle zone complesse per condurli in classe sta divenendo, assieme ad una fitta rete di assistenza sociale, una misura contrastiva efficace. 

Dispersione scolastica e programmi elettorali: il Belpaese si confronta con le problematiche scolastiche

L’attuale belligeranza politica ha riportato la fattiva attenzione delle parti in causa nei confronti di una scuola ubriacata da promesse ed annegata nella rispettiva inosservanza dalle ultime. Ci si auspica, come sempre, che le risorse – anche se poche – vengano organizzate e somministrate con l’unico fine di produrre una didattica di qualità attraverso docenti altamente pagati e tutelati per il rispettivo ruolo. La piaga sociale della dispersione pesa ben il 14 % sull’organico complessivo degli studenti iscritti: i dati peggiori si riscontrano in Sicilia e in tutto il Mezzogiorno, ove quasi uno studente su cinque non mette piede in aula. Le cause, oltre all’emergenza sanitaria che ha altamente pesato sul funzionamento complessivo del sistema scolastico bastonato da chiusure e disposizioni senza fine, sono imputabili alla totale assenza o mancata distribuzione di assistenti sociali sul territorio, facendo incrinare ed esasperare la crisi sociale prodotta dalla precarietà continua di un Paese da ricostruire, ripartendo proprio dalla scuola e dalla formazione di qualità.