Home Ordinamento scolastico Scuole aperte d’estate? Solito spot

Scuole aperte d’estate? Solito spot

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Oltre ai nostri esperti, sembra ormai generalizzata l’idea che aprire le scuole anche in estete e le domeniche sia più uno spot pubblicitario che possibilità effettiva. Pure Anief di questo avviso: si inneggia all’apertura della scuola nell’intero periodo estivo, ma non si specifica  su come finanziare l’iniziativa che, per non fare torto a nessuno, dovrebbe coinvolgere fino a 8.500 istituti e oltre 40mila plessi scolastici.

 “Prima di tutto – scrive Anief – perché non si comprende per quale motivo i nostri studenti debbano rinunciare al periodo di sospensione delle attività didattiche. Non dimentichiamo che sono bambini e ragazzi, che meritano di andare in vacanza: anche dopo i tagli della riforma Gelmini, alle medie, oggi nostri ragazzi passano sui banchi 2.970 ore, contro una media di poco superiore a 3.000 ore dei Paesi Ocse”.

 

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 “La verità è solo una: tenere aperte le scuole significa investire. E anche molto. Approvando delle risorse specifiche. Perché ad oggi, ricordiamo, le scuole hanno i compensi che vanno ad incentivare anche questo genere di attività, assieme a quelle progettuali ordinarie o alle visite culturali, praticamente dimezzati rispetto al 2011. Malgrado questo stesso Governo abbia più volte promesso un considerevole aumento del cosiddetto Mof, il Miglioramento dell’offerta formativa, pari a meno di 690 milioni di euro annui, è notizia di queste ore che è fermo a quello dello scorso anno. Con l’aggravante che sono stati nel frattempo immessi in ruolo altri 56mila docenti in più, le cui prestazioni aggiuntive dovranno essere compensate sempre da quello stesso budget”.

 “Ma c’è anche un’aggravante che, nel frattempo, si è venuta a determinare: la Legge di Stabilità ha tagliato le supplenze del personale Ata per la prima settimana di assenza del titolare. Così, le unità di personale in servizio, ridotte all’osso, dovranno anche sorvegliare, assistere e pulire per l’attività formativa estiva. Ma di cosa stiamo parlando?”.