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Scuole pericolose, due crolli a settimana nel primo mese di lezioni: si spera nei soldi del Pnrr ma forse è meglio non illudersi

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Sono tanti, troppi, i crolli e i distacchi di intonaco che si sono riscontrati in questo inizio di anno scolastico: se si considera quello della notta del 18 ottobre, accaduto nell’ex Dipartimento di Scienze della Terra della Facoltà di Lingue a Cagliari, secondo Cittadinanzattiva sono arrivati a 11 i casi di cedimenti di strutture dedicate alla formazione verificatisi dal primo settembre: praticamente due a settimana.

Fatti simili, scrive l’associazione, sono accaduti nella primaria di Dello (BS), nella media Gennari di Maratea (PZ), alla Vittorino da Feltre di Adria (RO), nell’istituto Fermi-Leonardo da Vinci di Empoli, nell’istituto di via Agnano di Napoli, nella Palestra della Muratori di Castiglione d’Adda (Lo), nell’ateneo di Fisciano (Salerno), nella primaria di via Fiuggi a Roma e Doria di Vallecrosia (IM), al Liceo Cavour a Roma.

A questo punto, la speranza è che diversi miliardi in arrivo dal Pnrr possano ridurre i casi di crolli e cedimenti di strutture scolastiche, anche se da un’analisi dei mesi scorsi risultava minimale, circa pari al 5%, la quantità di plessi scolastici che avrebbero beneficiato dei finanziamenti europei.

Secondo Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, la situazione è da tenere sotto controllo: la numero uno dell’associazione ha messo a disposizione di studenti, genitori, personale scolastico l’e-mail [email protected] alla quale possono inviare segnalazioni e foto.

“Su quanto avvenuto a Cagliari – ha detto Bizzarri – aspettiamo ulteriori accertamenti perché sembrerebbe trattarsi di un collassamento strutturale molto grave, non legato a un problema manutentivo. Allo stesso tempo, i casi di crolli che continuiamo a registrare dimostrano che l’emergenza dell’edilizia scolastica continua e chiediamo al nuovo Governo di intervenire con urgenza. Stanziando da subito nuovi fondi, oltre il PNRR, per garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e per effettuare le indagini diagnostiche di soffitti e solai, proseguendo quanto si era cominciato a fare nel 2017”.

“Agli studenti – ha continuato – ricordiamo che è possibile fare richiesta di accesso alle certificazioni per sapere come sono messe sotto il profilo della sicurezza strutturale le scuole e le università che frequentano, nonché di segnalarci eventuali segnali di insicurezza degli edifici scolastici”.

Già dal Rapporto nazionale, presentato a settembre da Cittadinanzattiva, risultava che oltre il 40% delle scuole è stato costruito prima del 1976 e la metà risulta privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi: erano 45 i casi di crollo registrati negli istituti di vario ordine e grado fra settembre 2021 e agosto 2022, circa un episodio ogni quattro giorni di scuola, ai quali si aggiungono gli 11 avvenuti fra settembre e oggi. Quindi, quanto accaduto in questo inizio di anno scolastico non è una novità, ma una tendenza già in atto da tempo.

Secondo Bizzarri, “accanto ai fondi andrebbe garantito dal livello centrale un supporto adeguato agli Enti locali, soprattutto nelle realtà più piccole, per affiancarli dal punto di vista tecnico nella presentazione dei progetti per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole. Allo stesso tempo, chiediamo l’aggiornamento della Anagrafe dell’edilizia scolastica e che sia predisposto un sistema analogo per conoscere dal punto di strutturale lo stato degli Atenei italiani”.

La Flc-Cgil ricorda che l’episodio di Cagliari “fortunatamente non ha fatto vittime né feriti, ma solo qualche ora prima del collasso della struttura le aule erano occupate da studenti e lavoratori. E’ questo, l’unico elemento consolatorio di un evento che restituisce la realtà di una edilizia scolastica e universitaria lontana dall’essere all’altezza del compito affidato dalla nostra Costituzione all’istruzione e alla conoscenza”.

Il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli e il segretario regionale della Flc sarda, Manuel Usai, hanno detto che “al di là dalle specifiche cause e responsabilità, che dovranno essere accertate dalle autorità competenti, quello che è evidente è l’inaccettabile stato del patrimonio edilizio utilizzato da scuole e università per garantire il diritto allo studio. Un patrimonio vecchio, in alcuni casi fatiscente, che non garantisce la sicurezza, supportato incongruamente dalla logica ipocrita della mera ristrutturazione, della ‘messa a norma’ e delle ‘scuole belle'”.  

“È invece indispensabile – aggiungono – uscire dalla pratica della manutenzione ordinaria o degli interventi contingenti e arrivare a progettare e realizzare spazi dove l’insegnamento e l’istruzione possano essere realizzati pienamente e nella massima sicurezza”.

“Le risorse del PNRR – concludono i due dirigenti sindacali – possono rappresentare un contributo significativo per il miglioramento di questo patrimonio edilizio, ma è fondamentale il ruolo dello Stato, le risorse straordinarie non bastano. Bisogna programmare una reale trasformazione dei luoghi della conoscenza in tutto il Paese”.

Anche secondo Giuseppe Buondonno responsabile scuola ed università di Sinistra Italiana “il crollo dell’Aula magna all’Università di Cagliari è un episodio gravissimo, che, solo per un caso fortuito, non ha prodotto una tragedia terribile. Ed è la conferma che, nelle università come nelle scuole italiane, serve investire in strutture sicure e nel controllo costante su di esse; come in tutta Italia chiedono da tempo, in particolare, le organizzazioni degli studenti”.

“Non c’è altra prevenzione possibile. E servono più strutture – prosegue l’esponente di Verdi e Sinistra – per studiare meglio e superare il numero chiuso. A queste cose semplici e concrete, per esempio, dovevano servire i soldi del PNRR, che, invece, in buona parte, sono stati indirizzati a progetti di privatizzazione della ricerca”.

“Chiediamo che si corregga questa stortura e che si metta subito in campo un piano, concreto e finanziato, per la sicurezza – conclude Buondonno – e l’ampliamento delle strutture della formazione”.

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