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Se i “deportati” tornano a casa che ne sarà dei precari storici GaE?

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Con specifico riferimento all’ennesimo atto di protesta dei docenti “deportati” o “esiliati” (definitisi demagogicamente così e omettendo di aver volontariamente aderito al Piano Nazionale di assunzioni proposto della deprecata legge 107/2015), i docenti ancora inseriti in GaE manifestano il proprio inevitabile e incontenibile DISAPPUNTO, e contestano con forte determinazione il profilarsi di una situazione ormai al limite della tollerabilità.

Gli scriventi possono anche comprendere le preoccupazioni che, allo stato attuale, attanagliano gli animi dei colleghi artefici della summenzionata azione, proprio perché si tratta degli stessi imprescindibili sentimenti di angoscia e di inquietudine che hanno trattenuto con enorme sofferenza i residuali ancora in GaE dall’aderire al famigerato Piano di Immissione renziano e, dunque, dall’abbracciare un “ruolo immediato”.

Preme a questo proposito ricordare ancora una volta che la condotta di chi ha aderito al Piano della legge 107 si è contrapposta vistosamente a quella dei “residuali” al momento della inevitabile scelta fra adesione o rinuncia al Piano di Immissione straordinario:

– i residuali GaE si sono rifiutati di aderire ad una proposta lavorativa che avrebbe, nell’immediato, rappresentato il legittimo coronamento di una vita di sacrifici, poiché essa esprimeva palesemente il gravoso rischio di dover sacrificare il bene più prezioso: gli affetti;

– hanno vissuto con sofferenza il reale pericolo di non poter più accedere al mondo della Scuola, giacché estremamente incerto si delineava allora il destino delle tanto deprecate GaE;

– hanno assistito all’esultanza di chi, al contrario, avendo accettato la proposta renziana si rallegrava per aver raggiunto il tanto agognato traguardo (e arricchiva le bacheche dei social network di foto e post che testimoniavano “una scelta coraggiosa”);

– ancora allo stato attuale non hanno raggiunto la legittima immissione in ruolo, e si vedono depauperati anche dei posti in deroga, che puntualmente vengono concessi in AP  a seguito delle numerose (e ormai fin troppo note a tutti) deroghe al testo della L.107/2015. A questo proposito genera indignazione, in particolare, anche il solo pensare di dover assistere all’assegnazione di posti su sostegno a personale privo di specializzazione (o destinatario di corsi abilitanti attivabili all’occorrenza).

I docenti immessi in ruolo grazie al Piano di Immissione straordinario di Renzi hanno consapevolmente accettato una promozione alle condizioni chiaramente espresse nel testo di legge di riferimento.

L’attuazione del piano di reclutamento relativo alla L. 107/ 2015 è indubbiamente responsabile di aver generato una matassa di diritti o di esigenze che si sovrappongono; ma è proprio al cospetto di questa lucida consapevolezza (e non dimenticando le deroghe alla stessa legge di cui gli immessi hanno già ampiamente beneficiato), che i docenti in GaE  ritengono che ATTUARE UN PIANO DI RIENTRO a favore dei docenti già in ruolo NON PUO’ CHE LEDERE IL DIRITTO DEI PRECARI ancora in GaE, DATA L’ESIGUITA’ DEI POSTI DISPONIBILI AL CENTRO/ SUD.

P. Parrino/O. Campisi – Comitato Docenti GaE Secondaria