Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Se l’alunno ha bisogno di prendere medicine?

Se l’alunno ha bisogno di prendere medicine?

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Infatti, pur essendo in vigore dal 2005 le «Linee guida sulla somministrazione dei farmaci in orario scolastico», emanate dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione, la loro applicazione pratica continua a incontrare ostacoli.
Dice Adriana Bizzarri, responsabile del settore Scuola di Cittadinanzattiva: «La somministrazione dei farmaci a scuola riguarda un numero considerevole di studenti. Dalla nostra indagine risulta che avviene almeno in una scuola su quattro, ma anche che è gestita nei modi più diversi: solo nel 20% delle scuole si rispettano le procedure previste dalle raccomandazioni ministeriali , in altri casi si seguono protocolli locali (regionali o comunali) oppure provvede personale sanitario. Spesso è affidata solo alla buona volontà degli insegnanti e dei familiari dello studente». «È vero che le linee guida ministeriali non sono cogenti, ma all’alunno vanno comunque garantiti i diritti allo studio e alla cura, che in questi casi sono strettamente legati — sottolinea Salvatore Nocera, giurista e vicepresidente della Federazione italiana superamento handicap — . Quindi, qualora la somministrazione a scuola di un farmaco necessario fosse nei fatti negata, le famiglie possono rivolgersi alla magistratura. E queste richieste ottengono soddisfazione».
«Malattie come diabete, epilessia, allergie e asma sono in aumento e di conseguenza sono più frequenti le richieste per la somministrazione di medicinali inoltrate alle scuole — spiega Speranzina Ferraro, coordinatrice della divisione Scuola in ospedale e a domicilio, del Ministero dell’Istruzione —. Le situazioni, poi, diventano ancora più complesse nei casi di emergenza, quando occorre somministrare un farmaco salvavita. Proprio per definire linee guida più stringenti e più dettagliate, a metà settembre è stato istituito un Comitato paritetico composto da rappresentanti dei Ministeri Salute e Istruzione, ma anche della Conferenza Stato-Regioni e dell’Istat, perché mancano dati precisi sui vari tipi di esigenze. E saranno coinvolti medici esperti nelle diverse patologie, nonché le Associazioni dei pazienti».