Home Archivio storico 1998-2013 Generico Sei regioni sono senza direttore

Sei regioni sono senza direttore

CONDIVIDI

Sei regioni italiane (Sicilia, Campana, Umbria, Toscana, Liguria, Abruzzo) sono senza direttore scolastico regionale, con gravi ripercussioni sul regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche: lo sottolinea la Uil-Scuola con un ampio comunicato.
Stando ai dati del sindacato di Di Menna le istituzioni scolastiche prive di una guida regionale sono più di 3.500; 1350 sono concentrate nella sola regione Campania.
Gli uffici scolastici regionali, sottolinea la Uil Scuola, hanno un ruolo decisivo nei processi di riforma e innovazione e la mancanza di una guida sicura comporta “lentezze e rinvii che incidono direttamente su aspetti essenziali del sistema di istruzione”.
Ad essere particolarmente penalizzati, secondo Di Menna, sarebbero l’avvio della riforma della secondaria di secondo grado, la definizione dei piani di dimensionamento, le iniziative di formazione iniziale, i programmi di formazione dei dirigenti scolastici, la gestione del contenzioso e i rapporti con le istituzioni regionali e del territorio.
Ma, afferma ancora Di Menna, non basta “coprire “ semplicemente i posti vacanti: “servono persone capaci, competenti e autonome dalla politica, non super-ragionieri” sostiene il sindacato.
In realtà la mancanza di 6 direttori regionali è solo una parte del problema: soprattutto nelle regioni del nord le istituzioni scolastiche sono in seria difficoltà in quanto mancano anche i dirigenti scolastici.
Secondo le ultime rilevazioni le scuole senza dirigente sono almeno 3mila, quasi tutte concentrate al nord e il sistema delle “reggenze” non sembra essere la migliore delle soluzioni; in molti casi, infatti, ci sono dirigenti che dovendosi occupare di due scuole hanno di fatto in carico una ventina di sedi scolastiche, 250 insegnanti e 2500 alunni.
Non per nulla l’Italia dei Valori ha già depositato in Parlamento una proposta di legge per eliminare gli attuali dirigenti scolastici e istituire dirigenti eletti dai collegi dei docenti: se la legge dovesse essere approvato, non ci sarebbe più bisogno di affidare le scuole in reggenza e tutte le istituzioni scolastiche avrebbero comunque una propria “guida”.