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Si scrive Valditara, si legge Gelmini. Studenti Udu sconvolti: l’uomo dei tagli diventa capo dipartimento

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Tra gli studenti, sta destando reazioni stizzite la scelta politica del Governo di fare approdare Giuseppe Valditara come Capo Dipartimento dell’Università, al posto di Marco Mancini: il professore ordinario di diritto romano all’Università di Torino, senatore per tre legislature dal 2001 al 2013 con il centro destra (Alleanza Nazionale e Partito della Libertà), è infatti ricordato soprattutto come relatore della legge 240/2010, la cosiddetta Riforma Gelmini dell’Università. Una legge che è rimasta storica per i tagli al settore.

A protestare in modo vibrante è l’Unione degli Universitari, la quale “esprime la sua forte preoccupazione” per quello che definisce “un ritorno al passato”.

Udu: mossa anacronistica e conservatrice

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu, ricorda che “Giuseppe Valditara, nel 2010 ha ricoperto un ruolo chiave nella scrittura della Legge Gelmini, diventandone persino relatore di maggioranza come parlamentare di Alleanza Nazionale. Una riforma a cui come Unione degli Universitari siamo stati i primi ad opporci fin da subito, occupando i tetti delle università e manifestando nelle piazze di tutta Italia”.

Insomma, per l’Udu “si scrive Valditara, si legge Gelmini. Non possiamo che restare sconvolti di fronte a questa scelta, non soltanto perché risulta una mossa anacronistica e conservatrice oltre ogni ragionevole aspettativa, ma anche perché, Valditara andrebbe a ricoprire un ruolo chiave nel Ministero, Ministero che invece, sulla base delle vaghe indicazioni presenti nel contratto di governo, dovrebbe sconfessare numerosi aspetti della tragica legge 240”.

Non è proprio l’uomo del cambiamento

Conclude la Marchetti: “Ci stupisce che il Movimento 5 Stelle possa accettare di delegare un settore così strategico a chi ne ha ideato la distruzione. Ancora una volta, le forze che si sono definite “governo del cambiamento” dimostrano come in tema di Università, non ci sia la benché minima intenzione di invertire la rotta, e anzi, c’è un conclamato ritorno ai tempi più bui. Non si può pensare il contrario, con un Ministro collaboratore della Aprea e un capo dipartimento relatore della legge Gelmini”.

“Parliamo di chi ha avallato tagli di centinaia di milioni di euro per l’università e il diritto allo studio; parliamo di chi ha scritto una riforma che ha smantellato i principi di democrazia interni all’università, consegnandola in mano ai privati. Questo governo ha già dimostrato la sua vera essenza: o lancerà segnali chiari immediatamente, o torneremo nelle piazze!”