Home Archivio storico 1998-2013 Nostre inchieste Sicurezza: più efficace è parlarne o verificare?

Sicurezza: più efficace è parlarne o verificare?

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Quando si scrive di lesioni strutturali in una scuola su sette, di distacchi di intonaco in una su cinque e, nel corso dell’ultimo anno scolastico, di ben 29 casi di tragedie sfiorate a causa di crolli di diversa entità nelle scuole, siamo sicuri che il messaggio arrivi a chi di competenza ? Quando si scrive che lo stato di manutenzione delle scuole nel 39% dei casi è del tutto inadeguato, così come la qualità di vita all’interno degli ambienti scolastici, interessati più che in passato da muffe, infiltrazioni e segni di umidità che colpiscono un’aula su cinque, l’opinione pubblica viene realmente investita dalla condivisione informativa ? Sulla sicurezza nelle scuole, Giorgio Ponti, uno dei massimo esperti di edilizia scolastica ( rappresenta l’Italia all’Ocse per questa sua competenza), dice: “ Il dato sulla vulnerabilità sismica delle nostre scuole non lo sa nessuno. L’unico dato noto riguarda la certificazione del collaudo statico ordinario: il 60 per cento delle scuole ne è sprovvisto. 
Facile immaginare che la situazione sia ancor più grave per quanto riguarda specificamente la sicurezza sismica, soprattutto se si tiene conto che la stragrande maggioranza degli edifici sono vecchi, comunque risalenti a prima del 2003, quando sono entrate le norme antisismiche. Soprattutto in concomitanza di qualche terremoto lo Stato stanzia dei fondi. L’ultimo forte stanziamento risale a una decina d’anni fa, con la messa a disposizione di 4 miliardi di euro. 
Gli stanziamenti, sia pur in misura inferiori, sono periodicamente continuati, ma siamo ancora lontani dal fronteggiare adeguatamente la situazione”. Ma se passiamo dalle parole scritte alle immagini, forse, l’impatto informativo cambierà. A tal proposito il Blog “ Regolarità e Trasparenza nella Scuola “ ha assemblato le fotografie sull’argomento catalogate da Google, producendo un filmato dal titolo ” La sicurezza a scuola è un diritto, ma è in profondo rosso