Home Attualità Silent room: la biblioteca del futuro con i libri del prossimo secolo

Silent room: la biblioteca del futuro con i libri del prossimo secolo

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La Deichman bibliotek, la biblioteca pubblica di Oslo, composta da 22 biblioteche locali situate in tutta la città, fondata nel 1785, è la biblioteca pubblica più antica e più grande della Norvegia. Al suo interno è stata di recente inaugurata una particolare sala soprannominata “Silent Room”: la stanza del silenzio, il luogo in cui vengono custoditi i libri della cosiddetta Biblioteca del futuro, che non si potranno leggere fino al prossimo secolo. Sono stati la scrittrice dello Zimbabwe Tsitsi Dangarembga e l’autore norvegese Karl Ove Knausgård che hanno inaugurato in questi giorni la “Silent Room”. Ogni anno nel mese di agosto è prevista una cerimonia, che inizia con una camminata collettiva nel bosco, durante la quale vengono presentati i manoscritti che si conserveranno per essere letti non prima del 2114.

Il Progetto

La Biblioteca del futuro (Future Library, o Framtidsbiblioteket in norvegese) è un progetto culturale ideato dall’artista scozzese Katie Paterson nel 2014. È stata realizzata grazie al sostegno economico di una fondazione e a quello dell’amministrazione di Oslo, che si è impegnata a tutelare la foresta. Prevede di raccogliere ogni anno, per cento anni, il manoscritto inedito di un’autrice o un autore internazionale, che sarà custodito nella speciale stanza del silenzio e potrà essere letto solo nel 2114, ovvero cento anni a partire dall’inizio del progetto. L’obiettivo della Biblioteca è riflettere sul ruolo dell’umanità attraverso lo scorrere del tempo e in questo modo favorire lo sviluppo del pensiero sul lungo termine. Con la Biblioteca del futuro, Paterson ha voluto proporre un’iniziativa che si evolverà e cambierà nel tempo, la cui percezione stessa necessariamente sarà diversa nel momento della sua conclusione, quando la maggior parte degli autori che vi avranno contribuito saranno morti. L’idea è quella di avere una prospettiva più lungimirante sul futuro, superare le distrazioni momentanee, riflettendo anche sulla responsabilità nei confronti delle generazioni che abiteranno il pianeta dopo le nostre.

Come funziona la biblioteca del futuro

Ogni anno viene scelto un autore o un’autrice, una persona che scriva un racconto o una storia di cui si conosce solo il titolo, ma non il contenuto. Ciascun manoscritto viene poi inserito in appositi cassetti di vetro disposti sulle pareti della sala del silenzio, dove resterà fino al 2114, quando tutti e cento saranno pubblicati insieme. La sala è costruita con legno proveniente da un’area della foresta di Nordmarka, dove nel 2014 Paterson aveva fatto piantare mille abeti rossi proprio con l’obiettivo di usarli per ricavare la carta su cui stampare i cento manoscritti.

I cento libri saranno di autori di qualsiasi età e nazionalità, di qualsiasi stile e genere o insieme di generi, e di qualsiasi lingua, e sarà ciascun autore a decidere la lunghezza del testo che donerà all’iniziativa, inoltre, solo il titolo del libro e il nome dell’autore saranno mostrati nella stanza della biblioteca. È probabile che alcuni degli autori che scriveranno per Future Library – scelti di volta in volta da un gruppo di esperti – non siano ancora nati.

Margaret Atwood

La prima autrice ad aver scritto una storia per la Biblioteca del futuro nel 2014 è stata la notissima scrittrice canadese Margaret Atwood, autrice tra gli altri libri del Racconto dell’ancella e vincitrice nel 2019 del Booker Prize, il più importante premio letterario britannico. Dopo di lei, tra gli altri, ci sono stati il poeta islandese Sjón, la scrittrice turca Elif Shafak e la scrittrice sudcoreana Han Kang, che nel 2016 ha vinto il Booker International Prize, dedicato alla narrativa tradotta in inglese del Regno Unito.

L’arte nel futuro

Quella della Biblioteca del Futuro non è la prima iniziativa concepita per essere fruita anche molto in là nel tempo. Esistono anche una composizione musicale della durata di mille anni, che suona da 22 anni, una poesia che non ha fine, scritta su pietre disposte lungo le strade di Utrecht, nei Paesi Bassi, con una lettera aggiunta ogni settimana. E anche un film, 100 Years, con John Malkovich, che uscirà il 18 novembre 2115, cento anni dopo l’annuncio della sua presentazione. Il film è custodito in una cassaforte che si aprirà solo nella data prevista.