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Solo in tre superano gli esami. A Palermo i ragazzi del geometra in fermento

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Sembra pure, come riporta blogsicilia, che “La rete degli studenti” della Sicilia voglia promuove una vertenza contro i professori che hanno fatto fuori la maggior parte della classe. Dice infatti Leandro Bianco, della Rete degli studenti: “La classe al primo anno contava venticinque studenti. Strada facendo è stata decimata. Abbiamo voluto approfondire questa vicenda e abbiamo deciso di far partire, una vertenza sindacale. Quello che è successo al Rutelli è un fatto gravissimo e rappresenta una vera sconfitta per l’istituzione scolastica e più in generale per il nostro Paese”.
E un altro, Daniele Terzo: “Sicuramente c’era qualcuno che la bocciatura se l’è cercata, ma altri meritavano senza dubbio una possibilità”.
Lo stesso Daniele ha poi fatto notare come “nel corso dei cinque anni con gli stessi professori ci sono state parecchie ingiustizie. Ci sono stati miei compagni di classe che hanno ripetuto per esempio il quarto anno per tre volte, di cui due ingiustamente”.
Il suo giudizio è stato negativo anche nei confronti del preside, dicendo che “non ha mai acconsentito e non ha mai fatto nulla per risolvere questa situazione”.
Con le idee molto chiare Leandro Bianco: “E’ chiaro che le responsabilità sono degli insegnanti e del preside poiché non sono riusciti a fare raggiungere a tutti i ragazzi il successo formativo, come prevede il Regolamento dell’autonomia scolastica. Il compito dei docenti è quello di creare tutte le condizioni che rendano possibile agli alunni l’acquisizione delle conoscenze, delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alla loro alfabetizzazione culturale e soprattutto alla loro formazione umana. Garantire il successo formativo significa promuoverlo, favorirlo, renderlo possibile. Crediamo che gli insegnanti oltre ad essere meno severi e trattare tutti allo stesso modo, dovrebbero preoccuparsi di come rendere più interessanti le lezioni, come renderle più innovative e facili da apprendere e di come migliorare il loro metodo d’insegnamento e di valutazione”.
E a scendere in campo anche Mila Spicola, insegnante del ‘Quasimodo’ e dottoranda in pedagogia con Benedetto Vertecchi, secondo la quale la vertenza sindacale contro i professori “può sollevare la soglia di allerta e vigilanza da parte della rappresentanza sindacale presente nell’istituto ma non ha nessun valore legale: dovrebbero essere i genitori a fare ricorso”. E poi aggiunge: “Molti professori non possiedono quegli strumenti didattici utili per capire che deve essere il docente ad adattarsi ai linguaggi dei ragazzi. La didattica e la pedagogia sono cose che si studiano per tutta la vita. Prima c’erano gli aggiornamenti adesso sono stati aboliti. Se gli studenti che non vanno bene a scuola, il professore deve adottare tutte le strategie didattiche individualizzate per il recupero del ragazzo. Il Rutelli che strategie ha adottato? Quali programmi disciplinari sono stati messi in atto?”.