Home I lettori ci scrivono Sostegno? Basta con i tappabuchi!

Sostegno? Basta con i tappabuchi!

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Ogni anno cresce, nelle nostre scuole, il numero di bambini con bisogni speciali, con bisogno di percorsi individualizzati, bisognosi del sostegno.

La presenza del docente qualificato è necessaria. .eppure le abilitazioni per il sostegno sono diventate mercificazione del sapere, del dovere, del diritto.
Abbiamo la necessità? Sì, ma stranamente le vie d’accesso sono precluse e si ovvia ai problemi “esistenziali” con i tappabuchi: potenziati/depotenziati!
Ho visto colleghi entrare in ruolo con la fase C , che sbattuti di qua e di là per la scuola come palline da ping pong, sono finiti a fungere da docenti di sostegno pur non avendone le competenze. Che sistema fallibile, fallimentare, falso,putrido! Un sistema che viaggia in parallelo con le scorciatoie delle abilitazioni facili: Romania,Spagna,Albania. ..i viaggi della speranza!

TFA,PAS,BES,Vecchia Siss mi sembra il gioco a quiz degli acronimi. ..per bambini che poi diventano anonimi. Come e chi attesta quanto un docente sia competente per un bambino che necessita di un insegnante tutto per sé? ! Abbiamo permesso ogni tipo di via in discesa in questo Paese pur di salire ( permettetemi il contrasto) di un posto in graduatoria; ci siamo piegati ad ogni volere pur di sentirci più vicini al traguardo. ..e in questa gara senza vincitori ci stiamo scandalizzando di chi può permettersi di andare in giro per l’Europa alla ricerca dell’attestato giusto, neanche fosse una caccia al tesoro. Nel frattempo abbiamo completamente dimenticato la cosa più importante: il bambino!
Chi era l’obiettivo del nostro insegnare? Del nostro educare?

E se fossimo noi i genitori di un bambino H non vorremmo affianco a lui il massimo della competenza, della serietà, della preparazione vera ?

Pensiamoci quando compiliamo il nostro curriculum e lo riempiamo di carte fallaci che ci fanno apparire docenti super sayan…pensiamoci..che le sfere del drago servono solo nei cartoni animati. ..questa è la vita vera e va vissuta con un minimo di empatia oltre che di professionalità.