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Stipendi insegnanti più alti a chi lavora in zone ad alto tasso di dispersione scolastica, la proposta di Renzi e Calenda

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Tra le proposte elettorali legate al voto del 25 settembre ci sembra interessante riportare l’idea presente nel programma del Terzo polo di Renzi (Italia Viva) e Calenda (Azione), che contro la dispersione scolastica, per il superamento delle disparità territoriali evidenziate in questi anni dagli esiti delle prove Invalsi, intende “costruire una mappa delle aree di crisi sulla base dei tassi di abbandono scolastico, dei dati Invalsi e dei dati di occupazione a livello comunale” per poi riconoscere un incentivo economico ai docenti che operano in tali aree, con predilezione per le scuole ad alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e con tassi di dispersione implicita ed esplicita superiori alla media nazionale.

Un riconoscimento a pioggia per tutti sulla base della scuola di appartenenza, quindi? No. L’incentivo è legato a una apposita formazione docenti in approcci didattico-pedagogici in grado di sostenere la sfida; e alla permanenza degli insegnanti, nella scuola di riferimento, per almeno un ciclo di istruzione, in modo da garantire la continuità didattica agli alunni in condizioni di grave svantaggio e povertà educativa.

Il programma del Terzo polo

  • A scuola fino a 18 anni e tempo pieno per tutte le scuole primarie.
  • Introduzione del diritto alla mensa per tutti con sussidio ai nuclei meno abbienti.
  • Anticipo dell’ingresso dei giovani all’università.
  • Potenziamento del sistema nazionale di valutazione.
  • Valorizzazione delle professionalità e creazione della carriera di un docente.
  • Procedere alla firma del contratto scaduto da anni, aumento significativo dei salari del corpo docente.
  • Forme di carriera della professionalità docente e costituzione del middle management.
  • Abbattere la percentuale di personale precario, docente e Ata.
  • Superare le disparità e le situazioni di svantaggio territoriale. A questo scopo occorre:
    • costruire una mappa delle aree di crisi sulla base dei tassi di abbandono scolastico, dei dati Invalsi e dei dati di occupazione a livello comunale;
    • riconoscere un incentivo economico a docenti appositamente formati che rimangano, per almeno un ciclo di istruzione, in una scuola ad alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e con tassi di dispersione implicita ed esplicita superiori alla media nazionale;
    • ridurre il numero massimo di alunni per classe, per aumentare il tempo che ciascun docente riesce a dedicare a ogni studente, e istituire un tutoring individualizzato per gli studenti con maggiori difficoltà;
  • Potenziamento dell’educazione civica.
  • Nuovo modello per la formazione professionale sul modello degli Its.
  • Distinguere due categorie di docenti: a coloro che provengono dai canali ordinari di reclutamento si affiancano professionisti che posseggono competente tecnico-operative.
  • Rafforzare nel primo biennio le materie di carattere generale e trasversale.
  • Aumentare il sostegno agli studenti con Bes e aumentare in questo campo la formazione degli insegnanti, rendendola obbligatoria.
  • Riqualificare in 10 anni tutti gli edifici scolastici.
  • Libertà di scelta educativa (attuazione della parità scolastica, rafforzamento della reale autonomia delle scuole, imposizione da parte dello Stato di standard di qualità uniformi tra tutte le scuole).