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Striscione con scritto “pace” rimosso dalla scuola, il maestro Corlazzoli: “Ci mancava il sindaco pedagogista, mi recherò da lui”

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Sta facendo molto discutere la faccenda relativa allo striscione rosso con scritta la parola “pace” affisso nella recinzione di una scuola della provincia di Como, fatto rimuovere dal sindaco per evitare strumentalizzazioni politiche.

In molti si sono domandati cosa potesse avere di negativo una parola del genere, messa in uno striscione in cui non c’era alcun simbolo politico. Da qui la polemica, alimentata anche da alcuni genitori che si sono lamentati. Il maestro e giornalista Alex Corlazzoli, su Il Fatto Quotidiano, ha preso posizione.

Lo sfogo di Corlazzoli

“Il sindaco pedagogista ci mancava. Ha difeso gli incoscienti, ingenui e innocenti bambini del suo paese da quegli orribili insegnanti estremisti pacifisti e pertanto sicuramente comunisti che hanno strumentalizzato decine di minori parlando addirittura di pace”, ha detto con sarcasmo.

“Anziché insegnare in maniera neutrale a scrivere, leggere e far di conto, a imparare l’altezza dei monti della Lombardia e la lunghezza del fiume Po, questi facinorosi maestri – forse pensando stupidamente che esiste (va) la libertà d’insegnamento – si son messi nelle classi a lavorare sul tema della pace, magari spiegando anche la guerra tra Palestina e Israele o quella tra Russia e Ucraina. Vere e proprie lezioni di politica per poi osare persino appendere uno striscione rosso con sopra una scritta in bianco: ‘Pace'”, ha aggiunto.

“Lo immagino mentre prende la difficile decisione di far rimuovere lo striscione “per motivi di sicurezza”. Lo penso mentre scrive la sua ordinanza con sulla scrivania Educazione e pace di Maria Montessori, Democrazia ed educazione di John Dewey e Il diritto del bambino al rispetto di Janusz Korczak. Da maestro, da cittadino che difende da una vita il diritto del bambino ad avere rispetto nei prossimi giorni andrò a Inverigo per portare la mia solidarietà alla scuola e per chiedere un appuntamento al sindaco”, ha annunciato.

La lettera dei genitori

Lo striscione non conteneva simboli, solo la parola “Pace”. Nel giro di qualche ora però è arrivato l’ordine dal Comune: il manifesto va rimosso per “motivi di sicurezza”, e “per evitare polemiche”. Grande sconcerto e dispiacere tra i piccoli alunni, come riferito da alcuni genitori nella giornata di ieri. Alcune mamme hanno deciso di scrivere direttamente al sindaco per chiedere conto della decisione. 

“Quello è il frutto di un progetto didattico che ha coinvolto bambini di quarta elementare, che hanno nove anni. Non c’era alcuna finalità politica. Perché toglierlo? Loro sono rimasti molto delusi” è, in sintesi, il contenuto del messaggio, riportato anche dalla Provincia di Como e da La Repubblica.

Le motivazioni del Comune

Secondo quanto riferito dal Comune, la rimozione dello striscione non sarebbe in alcun modo legata “a motivazioni politiche”, e nemmeno rappresenterebbe una forma di “censura verso le idee o la libertà di espressione dei ragazzi”. Anzi, viene ricordato che i lavori degli studenti vengono “valorizzati e incoraggiati”, ma solo se “liberamente esposti all’interno degli spazi scolastici a ciò preposti”.

Dunque solo “motivi di sicurezza”, ricordando che le recinzioni perimetrali hanno come funzione esclusiva quella di garantire la tutela degli alunni, e che invece esporre uno striscione creerebbe addirittura “un precedente che renderebbe difficile negare future richieste di affissione di qualsiasi natura, anche di contenuti non condivisibili o non attinenti all’attività didattica”. Infine l’auspicio che la scuola rimanga “un ambiente neutrale, dedicato all’educazione e all’insegnamento, evitando così di generare inutili polemiche”.

Ecco le parole del primo cittadino: “Ho telefonato alla dirigente scolastica e mi ha garantito che convocherà a breve una riunione del consiglio d’istituto per affrontare l’argomento. Mi ha detto che non era stata informata di quell’iniziativa, ovviamente partita dalle insegnanti, anche se ora tutti cercano di dare la responsabilità ai bambini. A quell’età sono troppo piccoli per avere già un’opinione su certe questioni complesse. Lasciamo che per loro la scuola resti un luogo di apprendimento, senza turbarli con ciò che avviene fuori”.

“Tengo a sottolineare che la rimozione dello striscione dalla recinzione della scuola non è in alcun modo legata a motivazioni politiche, né intende rappresentare una forma di censura verso le idee o la libertà di espressione dei ragazzi. L’istituto valorizza e incoraggia i lavori degli studenti, che infatti possono essere liberamente esposti all’interno degli spazi scolastici a ciò preposti”.