Home Attualità Studenti, il Covid non ferma le proteste e venerdì 12 novembre parte...

Studenti, il Covid non ferma le proteste e venerdì 12 novembre parte l’agitazione: “ci considerate Zero”

CONDIVIDI

Ogni anno, quando l’autunno entra nel vivo, prendono il via le proteste studentesche contro le politiche del Governo di turno, che poi non di rado sconfinano nelle occupazioni. La pandemia non li fermerà. L’avvio delle contestazioni è previsto per venerdì 12 novembre, quando gli studenti e le studentesse delle scuole superiori si riuniranno davanti ad alcuni istituti.

Venerdì 19 novembre in 40 piazze

Con questo atto prenderà ufficialmente il via la settimana di agitazione verso la mobilitazione nazionale del 19 novembre prossimo, il giorno in cui in oltre 40 città gli allievi scenderanno nelle piazze. Sono già previste manifestazione Roma, Genova, Firenze e Palermo

Una settimana prima, il 12 novembre, invece, l’appuntamento è fissato davanti agli istituti scolastici: a Palermo, ad esempio, dalle 7.45 al liceo Umberto I; mentre a Verona davanti al liceo Montanari a partire già dalle 7.30. Mentre nella capitale il raduno si svolgerà dalle 8.30 davanti al ministero dell’Istruzione.

“Risposte mai arrivate”

“Abbiamo atteso fin troppo risposte mai arrivate dal Governo e dal Ministero, ora abbiamo deciso di farci sentire”, ha detto Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi.

“Ci mobilitiamo in più di quaranta città in tutto il Paese, da Nord a Sud. Chiediamo impegni e investimenti sull’edilizia e sul diritto allo studio, definanziato anche da questa Legge di Bilancio”.

Gli studenti sostengono che fino ad ora sono stati considerati dalle istituzioni “zero: oggi vogliamo essere quello Zero da cui ricostruire da capo la scuola e la società”.

Ma i giovani rivendicano anche soluzioni alla precarietà a cui siamo condannati. E anche di investire sulla salute mentale.

Su quest’ultimo punto, la salute mentale, però qualcosa si muove. Proprio nelle scuole, dove la convivenza con il rischio Covid ha comportato uno stress ulteriore.

La Lega chiede lo psicologo alle superiori

Alle tante proposte di legge degli ultimi anni sull’introduzione dello psicologo a scuola, l’11 novembre la Lega ha presentato in Senato un ddl, assieme ad una mozione, per introdurre “un nuovo rapporto tra famiglie, scuola e ragazzi che consolidi una cultura ed una educazione alla nonviolenza ed al rispetto altrui”.

Le senatrici del Carroccio Antonella Faggi, estensore della proposta di legge, e Maria Gabriella Saponara, firmataria della mozione, chiedono “la presenza di uno psicologo nelle scuole secondarie, un maggiore coinvolgimento delle famiglie nelle relazioni con l’istituzione scolastica”, così da poter “individuare e depotenziare in tempo quelle situazioni di violenza che potrebbero scatenarsi”.

Secondo Faggi e Saponare, “c’ è bisogno di un ascolto di maggiore qualità per i nostri figli e nipoti, così da costruire per loro una società più sostenibile: la Lega c’è, pronta a raccogliere necessità e indicazioni di famiglie e ragazzi”.