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Sugli organici è guerra di numeri

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Saltano i conti del Ministero dell’Istruzione, Padoa Schioppa chiede l’applicazione della clausola di salvaguardia prevista dalla legge finanziaria, mentre il ministro Fioroni e la vice-ministro Bastico si stanno affannando a tranquillizzare tutti nel difficile tentativo di evitare che fra tre settimane la situazione nelle scuole diventi esplosiva. Ma il problema maggiore è che, in questo momento, nessuno è in grado di stabilire con ragionevole precisione su quali organici potranno contare le scuole con l’apertura del nuovo anno.
I problemi sono molteplici.
La legge finanziaria prevedeva un taglio complessivo di 19mila cattedre; poi, dopo un lungo braccio di ferro fra i Ministeri dell’Economia e quello della Pubblica Istruzione, la “sforbiciata” si è limitata a 11.600 posti.
Ma l’operazione si è dimostrata più complicata del previsto anche perché ci sono regioni dove il numero degli alunni è aumentato (e di molto) e regioni in cui la diminuzione degli alunni è particolarmente consistente.
E poi c’è la “grana” del sostegno: diminuire i posti potrebbe rivelarsi del tutto inutile, dato che negli ultimi anni più di un Tribunale della Repubblica ha imposto all’Amministrazione scolastica di assegnare agli alunni le cui famiglie hanno fatto ricorso tutte le ore richieste dalla scuola e certificate dai servizi psico-medici.
Tanto che la viceministro Mariangela Bastico, riferendosi ai piani sugli organici di fatto predisposti  dalle direzioni regionali, ha dichiarato apertamente che “dalle regioni ci sono arrivati piani di assunzioni completamente fuori budget, che, senza il nostro stop, avrebbero prodotto un aumento ingiustificato di cattedre e di spesa. Si tratta di proposte irresponsabili, irricevibili”.
Peccato che l’irresponsabilità sia sostenuta in qualche caso persino dalle Amministrazioni comunali e da quelle regionali del centro-sinistra, come per esempio è accaduto in Emilia-Romagna e in Toscana.
Insomma se direttori regionali e sindacati sono irresponsabili, sono certamente in buona compagnia.
Il fatto è che le previsioni della legge finanziaria stanno mostrando la loro totale inattendibilità; non è un caso che il decreto approvato ai primi di agosto dal Parlamento contenga una norma che aumenta di 180milioni di euro il budget per il pagamento delle supplenze: segno evidente che i calcoli di 10 mesi fa erano sbagliati. Così come si sta rivelando del tutto fasulla la previsione di tenere sotto controllo il numero delle classi nel biennio delle superiori mediante una diminuzione del numero dei bocciati. In realtà i dati forniti dallo stesso Ministero qualche giorno fa mettono in evidenza che rispetto allo scorso anno i bocciati sono addirittura aumentati di quasi 5 punti percentuali.
E così invece di 3.600 posti in meno, come previsto dalla legge finanziaria, nelle prime classi delle superiori bisognerebbe istituire classi in più.
Ecco perché Padoa Schioppa sta chiedendo l’applicazione della clausola di salvaguardia: se non si riesce a risparmiare con gli organici, bisognerà tagliare i finanziamenti alle scuole. Si parla di 150milioni di euro in meno per il funzionamento didattico e amministrativo.
Che è come dire che a settembre le scuole potrebbero non avere neppure i soldi per comprare i registri.