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Superiori, mettere un tutor agli studenti paga: voti più alti e all’Università

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Se si seguono e orientano in modo attento, gli studenti delle scuole superiori hanno altissime possibilità di prendere voti alti e di accedere all’Università.

A questa conclusione sono giunti i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che hanno realizzato – in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del Miur – il progetto “Mobilità sociale e merito”, presentato il 3 marzo a Roma alla presenza della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

Il progetto – riassume l’Ansa – ha selezionato 290 studenti iscritti a licei, istituti tecnici e professionali, in cinque regioni italiane (Campania, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Toscana) accomunati dalla provenienza da famiglie con bassa scolarizzazione, e li ha inclusi in un percorso di orientamento triennale con il tutoraggio degli allievi della Scuola Superiore Sant’Anna.

Ebbene, i 290 studenti, seguiti da questi tutor (con visite alle scuole partner, contatti via web e un corso residenziale di orientamento organizzato a Volterra) hanno riportato valutazioni scolastiche “eccellenti”, conseguendo voti di maturità superiori alla media nazionale. In circa il 90% dei casi hanno deciso di proseguire gli studi dopo il diploma.

Le attività di tutoraggio “peer to peer” sono risultate “particolarmente influenti” sugli studenti degli istituti tecnici e professionali. Tra questi studenti, infatti, la partecipazione al progetto è risultata determinante nella scelta di iscriversi all’università per circa il 60% dei casi.

Decisamente elevato è stato il livello di gradimento del progetto: il 95% dei ragazzi lo ha apprezzato, definendolo occasione di crescita personale e opportunità per orientarsi in maniera consapevole sulla scelta post-diploma.

 

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“È importante e urgente intervenire – ha ricordato Giuliano Amato, introducendo i lavori – perché troppo spesso ci si dimentica che la scelta universitaria è condizionata dalla fragilità della condizione socio-economica”.

Secondo Sabina Nuti, coordinatore scientifico del progetto, l’esperienza condotta e i risultati

raggiunti “fanno intravedere concrete ipotesi per trasformare la mobilità sociale in un’opportunità di cui può beneficiare il sistema Paese. È arrivato il momento di sottoscrivere un patto e chiamare a raccolta tutti gli attori di un processo ampio e trasversale per valorizzare il merito”.

L’iniziativa è stata apprezzata anche dalla ministra Valeria Fedeli che ha espresso l’intenzione di allargare l’esperienza costituendo una cabina di regia ad hoc.

“Non solo è giusto estendere, ma secondo me, conviene” perché il sistema Paese “ha bisogno di rimettere al centro il fatto che l’istruzione e la formazione sono un volano fondamentale per il cambiamento”.

“Lo studio condotto dalla Scuola Sant’Anna – ha osservato Fedeli – è sorprendente se consideriamo che alla fine del percorso nove ragazze e ragazzi su 10 hanno deciso di proseguire gli studi dopo il diploma, diversamente da come avrebbero fatto prima di partecipare al progetto. È la dimostrazione di quanto sia strategico l’orientamento, che deve partire dalle scuole Medie”.