Home I lettori ci scrivono Supplenze a quota 220mila: perché non si assumono i precari con 3...

Supplenze a quota 220mila: perché non si assumono i precari con 3 anni di servizio?

CONDIVIDI

Da diversi anni, il reclutamento scolastico è al centro di una battaglia politica molto forte. Da una parte ci sono quelle forze politiche “responsabili”, che hanno compreso i problemi, e stanno tendando una soluzione condivisa.  Dall’altra parte, quegli schieramenti politici che continuano a portare avanti battaglie ideologiche, a danno del personale scolastico. Queste battaglie, prive di ogni fondamento, hanno come unico obiettivo quello di ribadire la loro “coerenza d’azione”, perseverando in scelte che, fin qui, si sono dimostrate inconcludenti e fallimentari.

A settembre 2021, il numero di supplenze raggiungerà, con molta probabilità, quota 220.000. Chi ama, veramente, la scuola non può restar fermo ad aspettare che si concludano gli iter relativi al concorso ordinario che, se tutto va bene, non avranno termine prima del 2022. Inoltre, appare chiaro che la meritocrazia non può essere “misurata” attraverso un “quiz a crocette” o una “prova scritta”, che non certificano tutte le competenze che un docente deve possedere nella società attuale per superare le sfide della complessità. È necessario dare risposte certe e tempestive, evitando slogan o proclami, contribuendo, in modo positivo e propositivo, alla formulazione di provvedimenti che risolvano questo problema. Il governo Draghi e tutte le forze politiche, che lo appoggiano hanno il DOVERE di farsi carico e risolvere, tempestivamente la questione “reclutamento”. È il momento di passare dalle parole ai fatti!

Ci sono troppe categorie di docenti che, da anni, attendono una risposta esaustiva: i docenti precari aspettano la stabilizzazione, i docenti di ruolo di ogni ordine e grado attendono i percorsi abilitanti, su piattaforma online, selettivi in itinere e in uscita, per poter accedere alla mobilità professionale. Quest’ultima categoria, ormai da un ventennio, chiede il rispetto del testo unico del 1994 e la garanzia che, anche ai docenti di ruolo, venga fornita la possibilità di accedere ad una progressione/modifica di carriera, alla pari degli altri dipendenti della PA. Chiediamo a tutte le forze politiche “responsabili” di convergere e sostenere la proposta elaborata dal Sen. Mario Pittoni (Lega), che, attraverso il ddl 1920, ha provato a dare risposte concrete ad almeno una quindicina di categorie di docenti. Nel suo ddl viene proposta una modalità di reclutamento che mette insieme la formazione, la stabilizzazione dei docenti precari e la continuità didattica senza danneggiare nessuno.

Ribadiamo che, in questo momento storico così complesso, è necessario mettere da parte i propri interessi elettorali e considerare i numeri. Nessun docente chiede SANATORIE, AGEVOLAZIONI, RUOLO FACILE, ma solo una reale possibilità di essere FORMATI e poi VALUTATI, ricordando che i nostri allievi meritano docenti competenti.

Docenti di ruolo ingabbiati di ogni ordine e grado per i percorsi abilitanti.

Prof. Stefano Della Posta