Home Attualità Task force per la Fase 2, la scuola non è rappresentata

Task force per la Fase 2, la scuola non è rappresentata

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Otto milioni di studenti ed un milione per il personale: basterebbero solo questi numeri a dire di una particolare attenzione.
Mentre, a meno di ultime novità, questi stessi numeri non sembrano significare molto, se ci limitiamo a dare un’occhiata alla task force di 17 componenti guidata da Vittorio Colao, da poco nominata dal premier Conte.
Sono rappresentati, mi pare, tutti i settori principali della nostra società, ma la scuola no, è assente.
Credo sia una anomalia da portare all’evidenza.
Una task force che sembra un governo-ombra, una sorta di commissariamento, da parte di Conte, del consiglio dei ministri, cioè un governo tecnico al quale affidare le scelte politiche.
Una task force centrale con tante, poi, task force all’interno dei vari ministeri.
Senza dimenticare le stesse strutture ministeriali, fatte da direttori generali e diramazioni varie.
Forse un modo indiretto che ci dice, in questa scelta, che la politica è incompetente … a fare politica.
Anche i ministeri, dicevo, stanno facendo ricorso a task force, a gruppi tecnici, per questi momenti di emergenza, col compito, anche questi, di predisporre la fase 2, poi la fase 3.
Strutture e sovrastrutture che vanno a sovrapporsi, che diluiscono responsabilità e potere di decisione, se pensiamo all’organizzazione dei nostri ministeri, alle altre strutture regionali, e così via.
Resta poi la domanda: quali orientamenti, per quali professionalità, nella scelta dei componenti di queste task force?
Limitandoci al Miur, forse un riequilibrio di sensibilità, sulle modalità tecnologiche, al di là della emergenza della didattica a distanza, forse non guasterebbe.
Perché la scuola vera resta sempre quella in presenza, che vive di relazioni, si articola in forme comunitarie, concresce nella fatica e nella gioia quotidiana.
Gli strumenti restano e resteranno sempre strumenti, mentre contano le persone, come sempre nella vita.