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Temptation Island al via, coppie tossiche? Le critiche: “Chi si occupa di spiegare le relazioni sane se non la scuola?”

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Oggi, 3 luglio, ha il via su Canale5 uno dei reality show più seguiti degli ultimi anni: Temptation Island. Si tratta di un programma che ha spesso fatto discutere il mondo della cultura: è considerato trash, di pessimo gusto, ma anche diseducativo.

A dirlo, ad esempio, è stata mesi fa la scrittrice Maria Cafagna su Today. “L’Italia rimane tra i pochi paesi europei, insieme a paesi come Polonia e Ungheria, senza un’offerta formativa strutturata sull’educazione affettiva, sessuale e di genere”.

“Ma chi si occupa allora di fornire ai ragazzi e soprattutto le ragazze le coordinate per creare i presupposti per una relazione sana e paritaria se non ci pensa la scuola? L’iniziativa, naturalmente, è affidata alle famiglie e a qualche illuminato dirigente scolastico che in autonomia organizza cicli di incontri formativi nel proprio istituto”, ha aggiunto.

Temptation Island, la coppia formata da Alfonso e Federica fa discutere

Ecco l’esempio emblematico: “Su Canale5 anche l’anno scorso a Temptation Island sono state raccontate dinamiche affettive abbastanza problematiche. Nella scorsa edizione tra le coppie protagoniste c’era quella formata da Alfonso e Federica: la ragazza aveva 12 anni quando i due si sono messi insieme e da allora la gelosia di lui le ha impedito di vivere come qualsiasi sua coetanea. Alfonso proibisce a Federica di avere delle amicizie al di fuori della loro relazione, di uscire, di andare a ballare e perfino di mettere il bikini in spiaggia. Lei ha raccontato di essersi iscritta al programma come unica possibilità di godere un po’ di libertà con la speranza che l’esperienza possa servire ad Alfonso per aprire gli occhi. Dal canto suo il ragazzo si è subito dimostrato gelosissimo ad esempio quando Federica ha confessato di aver comprato per la prima volta e lontano dal suo controllo dei costumi da bagno a due pezzi”,

“La tv, specie quella popolare, deve per forza proporre al pubblico qualcosa che gli somigli, che risuoni, con cui immedesimarsi e soprattutto qualcosa di cui discutere. Sarebbe auspicabile però che di tutto questo si parlasse anche a scuola, magari alla presenza di professionisti e professioniste in grado di spiegare alle giovani generazioni che dove c’è possesso, non c’è amore”, ha concluso.

Educazione affettiva, a chi spetta farla?

Insomma, secondo l’autrice non è normale che i più giovani, moltissimi dei quali seguono il reality, vedano questi modelli in tv senza avere una solida alternativa che spieghi loro che si tratti di dinamiche tossiche. Ma ci deve pensare la scuola o la famiglia?

Consenso informato, tre proposte diverse

Al momento, in Commissione Cultura della Camera, sono in esame tre disegni di legge in materia di consenso informato dei genitori per la partecipazione degli studenti e delle studentesse alle attività di educazione sessuale, affettiva o etica.

Nel corso della precedente seduta la Commissione ha deciso di abbinare tre proposte diverse presentate rispettivamente dal Ministro Valditara, dal deputato della Lega Rossano Sasso e dal deputato Amorese di Fratelli d’Italia. Le differenze fra i tre disegni di legge ci sono e sono di non poco conto.
Il ddl Sasso prevede che il consenso vada richiesto per le attività relative alla affettività e alla sessualità, mentre quello governativo di Valditara riguarda solo l’educazione sessuale.

Più ampio l’ambito previsto dal ddl di FdI che parla di affettività, sessualità ed etica. I nodi da sciogliere sono parecchi. Per esempio: cosa si deve intendere per attività educative in materia etica? Perché mai per queste attività la scuola dovrà mettere a disposizione dei genitori i materiali didattici previsti mentre per altre iniziative magari altrettanto “sensibili” non sarà necessario?

Perplessità vengono espresse dalla onorevole Irene Manzi, responsabile scuola del PD e capogruppo PD in Commissione Cultura: “Siamo di fronte a disposizioni che considero molto preoccupanti perché vanno a minare direttamente l’autonomia del corpo docente oltre che ad avallare una discutibile divisione tra educazione (affidata alla famiglia) e istruzione (affidata alla scuola). Se il progetto della maggioranza andrà avanti si renderà più complesso lo svolgimento di attività importanti per la formazione dei più giovani, aumentando il tasso di conflittualità interno alla scuola”.