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Educazione sessuale e affettiva: l’idea del “consenso informato” non piace all’opposizione e a molte associazioni. Manzi (PD): “Ddl preoccupante”

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Riprende nei prossimi giorni in Commissione Cultura della Camera l’esame di tre disegni di legge in materia di consenso informato dei genitori per la partecipazione degli studenti e delle studentesse alle attività di educazione sessuale, affettiva o etica.
Nella giornata di martedì si svolgeranno una serie di audizioni mentre mercoledì si dovrebbe entrare un po’ di più nel merito

Secondo quanto previsto dall’ordine del giorno della seduta della Commissione i soggetti da audire sono diversi: rappresentanti di Action Aid Italia, Aldo Rocco Vitale del Centro studi Rosario Livatino, Ludovico Abbaticchio, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Puglia, rappresentanti dell’ANP, del Movimento di Cooperazione educativa e del Coordinamento genitori democratici; ma è prevista anche l’audizione delle Associazioni Non si tocca la Famiglia, Generazione Famiglia, D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) e del Movimento Italiano genitori (Moige).

Nel corso della precedente seduta la Commissione ha deciso di abbinare tre proposte diverse presentate rispettivamente dal Ministro Valditara, dal deputato della Lega Rossano Sasso e dal deputato Amorese di Fratelli d’Italia.
Le differenze fra i tre disegni di legge ci sono e sono di non poco conto.
Il ddl Sasso prevede che il consenso vada richiesto per le attività relative alla affettività e alla sessualità, mentre quello governativo di Valditara riguarda solo l’educazione sessuale.
Più ampio l’ambito previsto dal ddl di FdI che parla di affettività, sessualità ed etica.
I nodi da sciogliere sono parecchi.
Per esempio: cosa si deve intendere per attività educative in materia etica? Perché mai per queste attività la scuola dovrà mettere a disposizione dei genitori i materiali didattici previsti mentre per altre iniziative magari altrettanto “sensibili” non sarà necessario?
Perplessità vengono espresse dalla onorevole Irene Manzi, responsabile scuola del PD e capogruppo PD in Commissione Cultura: “Siamo di fronte a disposizioni che considero molto preoccupanti perché vanno a minare direttamente l’autonomia del corpo docente oltre che ad avallare una discutibile divisione tra educazione (affidata alla famiglia) e istruzione (affidata alla scuola). Se il progetto della maggioranza andrà avanti si renderà più complesso lo svolgimento di attività importanti per la formazione dei più giovani, aumentando il tasso di conflittualità interno alla scuola”.