Home Attualità Test sierologici a docenti e Ata. Le prime grane arrivano nel Lazio.

Test sierologici a docenti e Ata. Le prime grane arrivano nel Lazio.

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La somministrazione dei test sierologici al personale docente e Ata non sarà una operazione semplicissima.

Un primo assaggio sulle difficoltà che potranno intervenire arriva dal Lazio dove già si è aperto un delicato contenzioso fra i dirigenti scolastici e l’assessorato regionale della Sanità.

Tanto che nelle ultime ore l’Anp Lazio ha anche inviato una nota alla Regione sottolineando che “il protocollo sottoscritto dalla ministra e dalla OO.SS. prevede che i test non siano svolti in locali scolastici” e chiedendo quindi che la disposizione “venga rigorosamente osservata, annullando precedenti comunicazioni ad alcune scuole individuate come sede per la somministrazione dei test”.

“In un’ottica di collaborazione – sostiene il presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi – le scuole forniranno i dati relativi al personale, ma non potranno farsi carico dell’organizzazione degli appuntamenti. Pur comprendendo la difficoltà a svolgere tale compito da parte delle ASL, è altrettanto evidente ed oggettiva la difficoltà ad individuare personale da parte dei Ds a causa di segreterie con poco personale e spesso senza Dsga a dare indicazioni e seguire gli assistenti amministrativi”. 

Il contenzioso riguarda proprio il fatto che la Regione, anche per il tramite dell’Ufficio scolastico regionale, ha chiesto ai dirigenti scolastici di individuare uno o più addetti per la trasmissione dei dati all’assessorato alla Sanità e per definire il calendario delle somministrazioni.

“Ma – rileva Rusconi – non rientra nelle competenze della Regione dare disposizioni del genere ai DS  senza considerare che  questo eventuale nuovo incarico da assegnare ad alcuni assistenti amministrativi implica dei passaggi a livello di contrattazione integrativa di istituto, quanto meno per la definizione dei criteri con cui individuarli”.
Per il momento non si ha notizia di prese di posizione di altri sindacati, ma è probabile che nei prossimi giorni, in mancanza di un intervento del Ministero, la situazione si complichi.

Adesso, la patata bollente passa nelle mani dell’Ufficio scolastico regionale che dovrà cercare di dirimere la questione in tempi rapidi dal momento che all’’ultima settimana di agosto mancano solamente una decina di giorni lavorativi.
A meno che Regione e Ministero non pensino che – siccome sottoporsi al test non sarà obbligatorio – il problema potrebbe risultare alla fine ridotto a poche decine di migliaia di docenti e Ata in tutta Italia.