Home Attualità Travaglio e gli elettori mongoloidi: le famiglie pretendono le scuse

Travaglio e gli elettori mongoloidi: le famiglie pretendono le scuse

CONDIVIDI

Una caduta di stile da parte di uno dei volti del giornalismo più importanti del panorama italiano, che ha portato all’insurrezione le famiglie dei disabili.

Stiamo parlando della battuta senz’altro poco felice di Marco Travaglio, che nel corso della trasmissione Otto e mezzo, in onda su La7 e condotta da Lilli Gruber, ha accusato un altro ospite di ritenere “mongoloidi” gli elettori di un certo partito, come fa notare il sito Redattore Sociale.it.

Non si è fatta attendere l’insurrezione di molte famiglie di disabili, che chiedono immediatamente le scuse del fondatore de Il Fatto Quotidiano: “Probabilmente sarà per l’avvicinarsi della Giornata nazionale ‘dei mongoloidi’ (come lui la definirebbe: in realtà è la Giornata delle persone con sindrome di Down), scrive un padre alla redazione di Redattore Sociale.it, in programma per domenica 8 ottobre, che Marco Travaglio ha voluto offrire il suo contributo alla causa utilizzando, nel corso della trasmissione Otto e mezzo, il termine ‘mongoloidi’. Stava accusando un altro ospite di ritenere tali, gli elettori di un certo partito. Per fugare ogni dubbio ha poi spiegato meglio cosa intendesse: ‘dei dementi, dei fuori di testa, che non hanno il coraggio di ragionare…’. Noi familiari di persone con sindrome di Down – continua – conosciamo bene la pericolosità di questo termine che trasuda disprezzo, irrisione e stigmaè un termine che va combattuto rispondendo e protestando con chi lo usa, colpo su colpo. Nel mondo della scuola, ad esempio, può essere l’anticamera di fenomeni di bullismo”. 

Anche l’ANFFAS chiede a gran voce le scuse del giornalista: “Siamo certi che Marco Travaglio non abbia voluto consapevolmente offendere le persone con Sindrome di Down, afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, ma si è conformato, come purtroppo ancora in molti fanno, ad un linguaggio che nell’accezione comune tende a considerare le persone con disabilità in termini negativi e stigmatizzanti. Ma a prescindere dalle sue intenzioni e dal contesto, stupisce che quanto accaduto abbia come protagonista proprio chi lavora con le parole e che a maggior ragione dovrebbe sapere quanto possano incidere negativamente determinati termini che riportano a quanto di più odioso ci possa essere per definire una persona con la Sindrome di Down”.

“Stupisce anche che la conduttrice della trasmissione non abbia rilevato in diretta l’utilizzo improprio della frase – continua Speziale – e anche il fatto che l’emittente abbia proposto sul suo sito web il video del confronto con una didascalia che riporta il termine utilizzato da Travaglio inserendolo semplicemente, come se nulla fosse, tra due virgolette”.
“Non siamo più disposti a tollerare un linguaggio che ferisce e offende le oltre 40 mila persone con Sindrome di Down e loro familiari che vivono in Italia: queste persone si aspettano almeno le scuse di Marco Travaglio e dell’emittente La7, nonché della conduttrice di Otto e Mezzo Lilli Gruber”, conclude il presidente Anffas:

Insorge anche il Coordown, che chiede l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti. “Un episodio molto grave, un passo indietro a livello culturale e un’offesa alla dignità delle persone con sindrome di Down, che tutti i giorni lottano per dimostrare di poter condurre una vita ordinaria e di potersi autorappresentare in tutti gli ambiti della società.Intervenga l’Ordine dei Giornalisti”.

 

{loadposition carta-docente}

{loadposition facebook}