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Troppo pochi insegnanti al Nord

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Dopo l’appello su Facebook della dirigente di una scuola di Torino, la quale, esaurite le graduatorie, chiedeva supplenti per non lasciare scoperte le classi, si viene a sapere che in meno di 48 ore sono arrivate nella sua posta e nei commenti di Facebook «più di cento candidature da tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia».

«Ma molte candidature non hanno i titoli necessari e sono state respinte. Quelle valide invece le abbiamo indirizzate alla segreteria scolastica, dove una commissione valuterà i titoli»: lo scrive in un lungo articolo Linkiesta.it che nello stesso tempo fa una disamina delle scuole che per lo più si trovano nelle stesse condizioni denunciate dalla dirigente di Torino.

La carenza di insegnanti, scrive Linkiesta.it, riguarda soprattutto le materie tecnico-scientifiche, e pure il sostegno, mentre le graduatorie d’istituto, almeno per le primarie, sono già esaurite in quasi tutte le province del Nord.

A Ravenna, in assenza di insegnanti, i bambini di diverse scuole elementari sono stati smistati in altre classi, cosicchè sembrerebbe che le segreterie sono disposte pure a chiudere un occhio sui titoli pur di avere un supplente.

A Bergamo, si stanno arruolando anche studenti universitari e laureati non ancora abilitati all’insegnamento. E la stessa cosa stanno facendo a Treviso.

A Brescia hanno chiesto aiuto addirittura a un’insegnante in pensione. E qualcuno ha lanciato pure qualche appello agli amici rimasti al Sud.

 

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«Per il sostegno, il motivo è che mancano gli insegnanti specializzati iscritti nelle graduatorie ad hoc», spiega la Flc Cgil. I pochi che hanno fatto corsi di specializzazione sono già stati impiegati nelle supplenze. Corsi che, per giunta, si sono tenuti soprattutto nelle regioni meridionali, mentre in regioni come il Piemonte e la Lombardia se ne fanno pochi. Con il risultato che gli specializzati sono soprattutto al Sud.

Esauriti gli insegnanti specializzati, poi, restano i “docenti di materia” in graduatoria, ma le queste graduatorie triennali, ormai vicine alla scadenza, si sono smagrite. Senza dimenticare che, dopo cinque anni, un insegnante di sostegno può transitare nel “posto comune”. «Ogni anno quindi c’è una fuoriuscita».

E i laureati in Scienze della formazione primaria, 1.979 nel 2015, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno di alcune aree. In pochi ormai vogliono fare i maestri, spiega Linkiesta.it, e quest’anno, va aggiunta la questione mobilità.

Dopo il caos dell’algoritmo del ministero dell’Istruzione, con le assegnazioni provvisorie delle cattedre, molti docenti di ruolo, soprattutto meridionali, sono tornati nelle regioni d’origine. Ecco perché mentre al Sud i vincitori del concorsone (regionale) sono rimasti senza cattedra, molte cattedre al Nord invece sono rimaste scoperte e si deve ricorrere alle supplenze. Non solo: anche le cosiddette figure di potenziamento, da utilizzare in casi di emergenza, in alcune scuole non esistono.

Intanto, quando si assenta un collega, i presidi tremano. Passano giornate a fare telefonate per cercare supplenti. E se le liste a disposizione sono esaurite, si ricorre al passaparola. O a Facebook, appunto, come ha fatto la preside  di Torino