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Un Ministero o due? Difficoltà per Prodi

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L’ulivista Rosy Bindi all’Istruzione e un nome indicato dai DS (sembra indebolirsi la candidatura di Asor Rosa) all’Università, due Ministri per due Ministeri: è l’ipotesi alla quale sta lavorando Romano Prodi che tra il 15 e il 16 maggio potrebbe avere già definito l’intera “squadra” di Governo.
Ma sulla soluzione che si sta prospettando per Istruzione e Università il Presidente del Consiglio “in pectore” sta già incassato alcuni no di un certo peso.
Sia Cisl sia Cgil considerano sbagliato separare i due Ministeri.“Se si confermasse questa scelta – ha dichiarato il segretario nazionale di Cgil-Flc Enrico Panini all’Agenzia Italia – la considereremmo un errore. Scuola e università devono far capo ad un’unica gestione perchè il sapere deve avere una politica globale, pur nel rispetto delle ovvie specificità”.
Altrettanto netto è il giudizio di Francesco Scrima, segretario nazionale di Cisl-Scuola: “L’istituzione che si occupa dell’educazione deve corrispondere al percorso di formazione. E la formazione non si ferma a livello di scuola primaria e secondaria perchè prosegue con il percorso universitario e l’intero arco deve avere una sua coerenza. Dividere il ministero può rispondere a esigenze di carattere politico, ma certamente non risponde a criteri giusti di gestione del percorso formativo”.
E Andrea Ranieri, neo-senatore dell’Ulivo, responsabile del Dipartimento scuola per i DS, sentito direttamente da noi è molto esplicito: “Ritengo che il Ministero debba essere unico, per almeno due buoni motivi: in primo luogo l’autonomia delle Istituzioni scolastiche e delle stesse Università richiede un Ministero con compiti di indirizzo e non di gestione; in secondo luogo ritengo che per la filiera del sapere debba essere prevista una gestione del tutto unitaria. Oltretutto non dimentichiamo che la riforma del titolo V della Costituzione assegna alle Regioni funzioni molto significative proprio in materia di programmazione complessiva dell’offerta formativa.”

“Se poi – aggiunge Ranieri – Istruzione e Università dovessero malauguratamente essere separate, bisognerà garantire una forte integrazione dei due Ministeri: il 60 per cento dei giovani che escono dalla secondaria superiore si iscrive all’Università e questo è un dato di cui bisogna assolutamente tenere conto”.

“In ogni caso – conclude Adrea Ranieri – la discussione è ancora in corso ed è meglio aspettare due-tre giorni per tirare le conclusioni. Nei primi giorni della settimana ci sarà sicuramente una schiarita”.