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Un’alunna: “Non mi lamento del peso dei compiti ma dello zaino, oggi pesava dodici chili. Una prof: “Armadietti nelle scuole”

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Qualche giorno fa abbiamo trattato il caso della studentessa che, su TikTok, si è lamentata, con tanto di lacrime e trucco colato dagli occhi, dell’eccessivo carico di studio a cui, a suo dire, è sottoposta, quotidianamente. Oggi, sempre sul portale frequentatissimo dalla Generazione Z Webboh, un’altra alunna ha portato all’attenzione un altro problema.

La studentessa, di Roma, ha scritto al portale queste parole: “Scrivo per lamentarmi non del peso dei compiti in classe o delle interrogazioni, ma del peso del mio zaino! Indovina un po’ quanto pesava oggi? 12 kg!!! Noi ragazzi non ce la facciamo più”, questo lo sfogo, con in allegato la foto dello zaino strapieno di libri.

L’idea di una docente

Insomma, la ragazza afferma di essere obbligata a portare troppi libri a scuola. Da qui molti commenti, di tenore diverso: “Sì e poi non usiamo neanche la metà dei libri”, “Alle elementari pensava tanto, alle superiori manco si usa lo zaino tra poco”, “Usate il trolley”, “Dividersi i libri?”, “Anche il mio peserebbe 12 chili se portassi tutto ma visto che la mia salute mentale e fisica vengono prima non lo faccio”, “Semplicemente organizzati con il tuo compagno di banco per portare la metà dei libri”.

C’è anche il commento di una docente: “Sinceramente io, da docente di italiano (che comprende 6 ore per classe, di cui 2 di grammatica, 2 di letteratura e 2 di antologia), mi preoccupo sempre di questo aspetto. Avendo sempre 2 ore consecutive, anziché alternare 2 materie diverse (cosa che mi aiuterebbe perché si stancherebbero di meno e mi seguirebbero di più), faccio la stessa materia cosicché possano portare un solo libro e non due. Detto ciò, tutto si risolverebbe con gli armadietti nelle scuole stile americano”.

Troppo carico di studio?

Ecco le parole della ragazza che, invece, si è lamentata del carico di studio: “Ragazzi ve lo giuro, mi bruciano gli occhi per quanto sto piangendo… allora la situazione è questa: domani ho il compito di italiano, mercoledì ho il compito di fisica, giovedì una probabile interrogazione di inglese, venerdì compito di spagnolo e l’interrogazione di italiano, sabato compito di giapponese. Chiedetemi come mi sento! L’ansia e lo stress per la scuola è molto altro, non l’avrei mai detto ma non vedo l’ora di finire il 5 anno solo per non sentirmi più così tesa”.

Da qui numerose critiche, da parte di utenti che hanno minimizzato il problema della ragazza, accusandola addirittura di esagerare in favore di telecamera. “Non oso immaginare come saranno quando andranno a lavorare allora”, “Studia invece di piangere su Tik Tok”, “Ma mettersi chili di mascara per far vedere le lacrime che scendono va di moda?”, “Mamma mia che generazione debole, alla minima difficoltà tutti a piangere su Tik Tok”, hanno scritto alcuni ragazzi.

Il decalogo dei pediatri del Bambino Gesù

I pediatri dell’Istituto per la Salute dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il primo ospedale pediatrico italiano nato 150 anni fa, per aiutare i genitori e gli insegnanti ad affrontare nel migliore dei modi, insieme ai propri figli e alunni, il ritorno a scuola hanno stilato un decalogo. Si va dalla postura all’alimentazione, dagli zaini alla gestione dello stress e del tempo.

Prepariamo lo zaino insieme: è il primo suggerimento per i genitori, quello di preparare insieme ai propri figli e alle proprie figlie uno zaino leggero, resistente e ben organizzato, posizionando i libri pesanti vicino alla schiena e indossando entrambe le bretelle in modo comodo e sicuro.

Incoraggiamo una giusta postura: gli adulti secondo i pediatri del Bambino Gesù hanno bisogno di sapere quanto sia importante sedersi dritti, appoggiati allo schienale, con le braccia sul banco, favorendo così la concentrazione e il comfort durante le lezioni.

Una passeggiata per andare a scuola: altro importante suggerimento è l’invito al movimento, sia attraverso attività piacevoli, come giocare all’aperto e sia promuovendo l’abitudine di andare a scuola a piedi, per mantenere mente e corpo attivi.